Trans. Certi Diritti: Corte d’Appello di Milano ci dà ragione e ordina trascrizione matrimonio tra ragazzo italiano e ragazza transessuale che aveva ottenuto il cambio di genere e nome secondo legge Argentina che non prevede la sterilizzazione forzata

La sentenza 1176/2015 del 26/05/2015 della Corte d’Appello di Milano, ribaltando quella di primo grado (N. 6841/2014 Tribunale di Milano, Sezione IX Civile – Famiglia), ordina la trascrizione del matrimonio contratto in Argentina da un ragazzo italiano con una ragazza transessuale che, solo all’approvazione della legge Argentina in materia (n. 26.743 del 23.05.2012), ha ottenuto il cambio di genere e di nome diventando donna a tutti gli effetti senza passare dalla sterilizzazione forzata.
La Corte d’Appello nella sua sentenza, dopo aver ricordato che anche nell’ ordinamento italiano è possibile ottenere la rettificazione di attribuzione di sesso in base alla legge 164/1982, afferma che in forza di quanto previsto dall’art. 24 legge 31.05.1995, n. 218 “l’esistenza e il contenuto dei diritti alla personalità sono regolati dalla legge nazionale del soggetto” per questo la reclamante deve essere considerata a tutti gli effetti persona di genere femminile. Non è quindi possibile far valere la passata identità anagrafica della donna senza violare il diritto al rispetto all’identità della stessa e che quantomeno dalla data di efficacia del cambio di sesso, il matrimonio deve essere considerato a tutti gli effetti, anche nell’ordinamento italiano, come matrimonio contratto tra persone di genere diverso, non contrario all’ordine pubblico e produttivo degli effetti giuridici propri del matrimonio. Secondo la Corte quindi il matrimonio è perfettamente conforme al paradigma eterosessuale accolto dal nostro ordinamento e quindi ordina all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di Milano di trascriverlo con in allegato l’atto integrale di nascita con annotazione di rettificazione di sesso e di nome.
Gabriella Friso del direttivo dell’Associazione radicale Certi diritti, che ha seguito la coppia in questo percorso, ringraziando gli avvocati Giulia Perin e Massimo Clara per il loro lavoro, commenta: “Giustizia è fatta! Questa sentenza apre delle prospettive per le persone transessuali che ottengono il cambio di genere anche in Stati che non chiedono la sterilizzazione forzata e la riattribuzione dei genitali per concederlo. Una sentenza che sana l’assurdità sostenuta in primo grado per cui la coppia, per avere riconosciuto il matrimonio in Italia , avrebbe dovuto “divorziare e risposarsi” per ottenerne la trascrizione”.
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