Rom. Magi: da Salvini spot elettorale, ma campi sono frutto di politica emergenziale di Maroni e business per cooperative e associazioni. Intanto Ue condanna e cittadini pagano

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma:
"I campi rom ormai sono da anni una vera S.p.a.. Basterebbe realizzare i progetti anti-segregazione di altre città europee, utilizzando anche i fondi strutturali dedicati alla conversione dei campi in progetti d'inserimento abitativo. La chiusura dei campi rom non è una richiesta della Lega Nord. E' invece l'obiettivo della Strategia nazionale di inclusione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, che nel 2012 ha recepito le linee guida della Commissione europea che prevedono il superamento dei campi. Obiettivo ribadito pochi giorni fa nella lettera inviata dalla Commissione Ue al Governo italiano. Una strada chiara e non negoziabile, da perseguire a Roma, Napoli, Bologna e nelle altre città che hanno visto la nascita di piccoli e mega-campi monoetnici".
"Il superamento dei campi è un traguardo raggiungibile, basta confrontarsi con situazioni analoghe risolte con successo in altre città europee anche grazie all'uso dei fondi strutturali della Comunità, fondi che non vengono neppure richiesti dall'Italia".
"Per questo a partire da Roma - dove per appena 1200 famiglie rom la gestione dei campi ha comportato un esborso di risorse pubbliche pari di ben 25 milioni di euro solo nel 2013 - abbiamo proposto al sindaco Ignazio Marino, un piano di conversione delle risorse pubbliche attualmente impiegate nella gestione dei campi e dei servizi annessi, in percorsi concreti di carattere abitativo e lavorativo sul modello proposto dalle linee di finanziamento europeo. Solo così sarà possibile realizzare nella Capitale la reale discontinuità con le amministrazioni precedenti, inclusa quella di Alemanno che oggi denuncia quegli interessi che le sue politiche sui campi, costose e dannose, hanno assecondato e foraggiato per anni".
"Ai centri sociali chiediamo di cominciare finalmente a rifiutare questo piano di discussione completamente falsato. A Matteo Salvini e alla Lega invece ricordiamo la sentenza del Consiglio di Stato (ribadita dalla Corte di Cassazione) che ha dichiarato illegittimo il decreto sullo stato di emergenza: un decreto a firma Maroni, che ha consentito negli anni scorsi, da una parte di avere fondi milionari e adottare atti in deroga alle leggi, dall’altra di creare l’allarme sociale da usare a fini elettorali".
"Sono proprio le loro politiche securitarie, insieme alla spinta affarista di cooperative e associazioni - che non hanno la credibilità per parlare di integrazione - e all'ottusità di certa sinistra, a determinare spese per centinaia di milioni di euro per un sistema fallimentare su cui grava il rischio imminente di una pesante condanna da parte dell'Ue. Condanna che peserà anch'essa sulle tasche dei cittadini italiani. Impedire l'integrazione è servito sia a destra che a sinistra, a tutti, tranne ai cittadini rom e a tutti i cittadini che pagano le tasse".
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