Rimborsopoli un anno dopo: aspettando chiusura indagini procura, anagrafe eletti quasi introvabile e senza i rimborsi contestati

lascaris.jpg

Il 28 settembre 2012 la Guardia di Finanza varcava il portone di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, e sequestrava nelle sedi dei gruppi consiliari decine di scatoloni ripieni di scontrini e ricevute relative ai rimborsi spese dei consiglieri regionali.

L’11 dicembre 2012 arrivavano i primi avvisi di garanzia ai presidenti dei quattro monogruppi. Il 19 aprile 2013 la Procura di Torino inviava altri 52 avvisi di garanzia ad altrettanti consiglieri regionali.

Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani):

"Ad un anno esatto dall’arrivo della Guardia di Finanza a Palazzo Lascaris, i cittadini piemontesi sono ancora in attesa di conoscere il risultato finale degli accertamenti e di sapere quali consiglieri regionali saranno rinviati a giudizio. In quest’anno abbiamo sempre ribadito che le legittime richieste di trasparenza dell’opinione pubblica devono andare di pari passo con le legittime richieste degli interessati di non fare di tutta l’erba un fascio, di non ingenerare un indistinto polverone qualunquista e pressapochista.

L’indagine della Procura ha sicuramente avuto un positivo effetto indiretto: l’approvazione di una legge importante, quella sull’anagrafe pubblica degli eletti e nominati (L. R. 27 dicembre 2012, n. 17); peccato che l’anagrafe sia ben nascosta nel sito del Consiglio, quasi introvabile. E peccato che nessuno dei 56 (su 60) consiglieri regionali indagati abbia deciso di farvi pubblicare i rimborsi spese contestati, come da noi richiesto a più riprese.”.

Torino, 27 settembre 2013

Anagrafe degli eletti - Trasparenza

Associazione Adelaide Aglietta - Ape
 

© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.