Bolognetti a Rosa (Fratelli d'Italia) su Ergastolo e Giustizia

Fonte Radio Laser, 13 luglio 2013
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Caro Gianni, in relazione a quel tuo riferimento agli imprenditori che si tolgono la vita, verrebbe da rispondere citando Marco Pannella che da tempo afferma che “la strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”.
Vedi Gianni, in uno Stato come il nostro, soffocato dal quasi settantennio partitocratico, degno erede del ventennio fascista, “la strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana” si è tradotta in strage di popoli e di vite, in assenza di stato di diritto e in “democrazia reale”, così come un tempo si parlava di “socialismo reale”.
Il furto di legalità, stato di diritto, di democrazia, ha viaggiato con e di pari passo con i “furti” di regime.
La storia è lunga e noi abbiamo provato ad offrire una nostra analisi di quanto avvenuto nel quasi settantennio in un documento intitolato “La peste italiana”.
Ciò detto, vorrai consentirmi di rispondere alle tue riflessioni sull’abolizione dell’ergastolo.
Noi altri affermiamo che “abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale”. Inoltre, caro Gianni, quello che deve essere chiaro, è che dettato costituzionale alla mano(il vilipeso art.27), l’ergastolo è incostituzionale e la pena dovrebbe tendere alla “rieducazione” del reo. Insomma, il ”fine pena mai” è in palese contrasto con la Costituzione “più bella del mondo”, tanto declamata quanto così poco rispettata.
Sono certo, caro Gianni, che questo tuo intervento sia dettato non dal desiderio di vendetta, ma dalla sete di giustizia. Ti invito a riflettere su quel passo della Bibbia che recita: “Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato”.
Paradossalmente dico che si potrebbe anche comminare una condanna a cento anni, ma che non si può negare a nessuno la possibilità di reinserirsi nella società; non si può negare la speranza, perché significherebbe negare la possibilità che un uomo, anche quello che si è macchiato dei peggiori delitti possa cambiare.
Con gioia ho letto della decisione di papa Francesco di abolire l’ergastolo; è lo stesso Papa che si è recato a Lampedusa.
Gioverà inoltre segnalare - come ci ha ricordato l’avvocato radicale Giuseppe Rossodivita - che “La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo ha deciso, con un’importante sentenza depositata il 9 luglio u.s., (n. 3896, caso Vinter e altri c. Regno Unito), che il fine pena mai, che l’ergastolo, è di per se stessa, una pena inumana e degradante che viola i diritti umani fondamentali riconosciuti e garantiti dalla CEDU”.
Il Papa ha abolito l’ergastolo e anche noi vogliamo onorare la Costituzione, abolendolo dal nostro ordinamento.
Quanto alle carceri, caro Gianni, sai che sono il nostro pane quotidiano e che da tempo andiamo ripetendo che esse sono assurte a luogo di tortura senza torturatori, perché ad essere torturata è un’intera comunità: la comunità penitenziaria composta da detenuti, agenti, direttori, personale. E sarebbe certo utile ricordare una volta di più la lettera che Enrico Sbriglia ebbe a scrivere un po’ di tempo fa: “non ci pongono in condizione di svolgere il nostro lavoro con dignità, nell’effettivo rispetto delle leggi solennemente enunciate e quotidianamente violentate, ne tantomeno favoriscono la trasparenza dell’azione amministrativa e del vivere penitenziario”.
Caro Gianni, va però sottolineato che il carcere rappresenta il putrido percolato di una amministrazione della giustizia alla bancarotta, che da 30 anni ci procura condanne da parte della Corte di Giustizia Europea per la violazione della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.
Occorre ripetere che su questo e altri fronti siamo uno “Stato canaglia”, che non riesce a rispettare la sua propria legalità, uno Stato che nega giustizia a vittime e imputati, che regala gratuiti anni di carcerazione preventiva. Non a caso noi altri proponiamo da tempo una Amnistia per – e sottolineo per – la Repubblica.
No Gianni, questa volta plaudo alle dichiarazioni di Roberto Speranza e consentimelo invito entrambi a venire a firmare i referendum radicali.
Approfondimenti
Abrogazione ergastolo, Bolognetti(Ri), su dichiarazioni Rosa(Fratelli D'Italia) (Basilicatanet, 13 luglio)
Nuova del sud, 14 luglio - Margiotta(PD) firma 8 referendum su 12
Il Quotidiano, 14 luglio - Firme a Potenza
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
SU
Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.