Referendum, Staderini: scrive ad Alfano e Cancellieri, raccolta firme a rischio perché lo Stato non garantisce il servizio di autenticazione

Mario Staderini segretario di Radicali Italiani

“Le Istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini, impedendo o limitando in molte città la raccolta delle 500 mila firme necessarie per i referendum”.

Inizia così la lettera che questa mattina il segretario di Radicali italiani, Mario Staderini, ha scritto al Ministro dell’interno Alfano e al Ministro della Giustizia Cancellieri chiedendo un loro intervento urgente.

Si può firmare negli uffici comunali, aperti solo dal lunedì al venerdì e con orari limitati, ma non lo sa nessuno, scrive Staderini, “mentre i cittadini che volessero raccogliere le firme nelle piazze italiane e nei fine settimana non hanno alcuna possibilità di reperire con certezza gli autenticatori richiesti dalla legge”.

Per questo motivo il segretario di Radicali italiani chiede ai due ministri di provvedere affinché Comuni, Province, Tribunali, Procure, giudice di pace e notai “prendano misure organizzative che garantiscano un adeguato servizio di autenticazione anche in luoghi pubblici, informando le centinaia di migliaia di funzionari e di amministratori locali dell’importante ruolo loro riconosciuto dall’ordinamento”.

Tra le richieste di Staderini anche la formazione di un Albo degli autenticatori e l’informazione ai cittadini, attraverso i siti istituzionali dei Comuni e i telegiornali della Rai, della possibilità di firmare presso le segreterie comunali.

   

SEGUE TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

 

Al Ministro dell’Interno

Al Ministro della Giustizia

pc Al Presidente della Repubblica

pc Ai Presidenti dell’Anci e dell’UPI

Roma, 5 luglio 2013

 

Signor Ministro dell’Interno

Signor Ministro della giustizia

 

come saprete, da alcune settimane è in corso la raccolta delle sottoscrizioni dei cittadini rispetto a dodici Referendum abrogativi nazionali.

A riguardo, sono a rappresentarvi una situazione di assoluta gravità rispetto all’onere di autenticazione delle firme dei cittadini che la legge pone in capo ai promotori dei referendum.

Ad oggi, infatti, le Istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione e ciò rende la raccolta delle 500 mila firme proibitiva per i promotori che non dispongano di una propria rete di consiglieri comunali e provinciali diffusi in tutto il Paese.

L’unico servizio assicurato dallo Stato – ma non pubblicizzato in alcuna forma, tantomeno dalla Concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo- è quello di rendere possibile l’autenticazione delle firme all’interno degli uffici comunali, in orari molto limitati e ad esclusione del sabato e della domenica.

Come noto, la raccolta firme è invece efficace solo se i banchetti sono posti nelle principali piazze delle nostre città e in particolare nel fine settimana.

Né i Comuni né le Provincie organizzano però un servizio di autenticazione all’esterno degli uffici, solo a volte consentendolo ai funzionari che ne facciano richiesta e comunque mai informando o incentivando lo svolgimento di tale funzione, al punto che centinaia di migliaia di potenziali autenticatori neanche sono a conoscenza del ruolo loro riconosciuto dall’ordinamento.

Per quanto mi risulta, inoltre, non esiste presso gli altri Uffici pubblici cui appartengono gli ulteriori soggetti individuati dalla legge come autenticatori ( ovvero i notai, i giudici di pace, i cancellieri e i collaboratori delle cancellerie delle Corti di appello, dei Tribunali, i segretari delle Procure della Repubblica) alcuna misura organizzativa per fornire un vero e proprio servizio di autenticazione, non rimesso alla semplice buona volontà di singoli funzionari abilitati dalla legge.

Tale situazione in molte città limita o impedisce la raccolta delle firme.

I cittadini e le forze sociali che volessero organizzarsi per raccogliere le firme sui referendum non hanno così alcuna possibilità di reperire con certezza autenticatori disponibili alla raccolta delle firme nelle piazze italiane e nei fine settimana, in particolare se non rappresentano un partito che disponga di una vasta rete di consiglieri comunali e provinciali.

In pratica, lo Stato italiano pone un onere per la presentazione dei referendum ma non fornisce gli strumenti affinché questo onere possa essere adempiuto.

La possibilità dei cittadini di partecipare alla raccolta delle firme necessarie alla richiesta di referendum è inoltre ostacolata dalla mancanza di trasparenza che affligge tutte le fasi della procedura.

In particolare, insufficienti sono le informazioni fornite ai soggetti che rivestono la qualifica di autenticatori in merito alle facoltà che la legge riconosce loro, e sono spesso i promotori del referendum a dover faticosamente individuare gli autenticatori e ad informarli della loro qualifica.     Non essendo dubitabile la natura amministrativa dell’attività di autenticazione, questa deve essere improntata al rispetto del principio di trasparenza imposto dall’art. 1 l. n. 241/1990, oltre che da un ormai consolidato orientamento normativo che mira a rendere quanto più possibile trasparente l’attività delle pubbliche amministrazioni (si vedano, per citare solo le disposizioni più recenti, il D.P.R. n. 62/2013 e il D.lgs n. 33/2013).

Peraltro, a seguito degli ultimi interventi legislativi, la platea degli amministratori locali potenziali autenticatori si è di gran lunga ridotta: nei Comuni, infatti, la legge ha ridotto il numero di consiglieri e assessori, mentre nelle Province i cui consigli non sono stati rinnovati sono venute meno entrambe le figure.

In definitiva, la complessità del procedimento di autenticazione, la carenza di servizi di autenticazione, la difficoltà nel reperire autenticatori e la mancanza di trasparenza frustrano di fatto l’alto valore di democrazia diretta insito nello strumento referendario, più volte affermato dall’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione.

È questa la realtà italiana che sottopongo alla Vostra attenzione e rispetto alla quale Vi chiedo di provvedere con la massima urgenza - con riferimento alle competenze di ciascun Ministero- al fine di rimuovere gli ostacoli all’esercizio dei diritti civili dei cittadini

In particolare si chiede di:

  • di fornire indicazioni precise a Comuni, Province, Tribunali, giudice di pace e notai circa la necessità di garantire un adeguato servizio di autenticazione delle sottoscrizioni, anche in luoghi pubblici;
  • di  avvisare con una Vostra comunicazione tutti i funzionari competenti e gli amministratori locali della possibilità di offrire il servizio di autenticazione e di sensibilizzarli, nelle forme ritenute più efficaci, affinché si rendano prontamente disponibili ad eseguire, ove richiesto anche all’esterno delle proprie sedi di lavoro, le autenticazioni delle sottoscrizioni dei cittadini, secondo la normativa vigente e la prassi amministrativa sopra ricordata, ispirati dai principi di trasparenza, pubblicità e buon andamento dell’amministrazione;
  • di formare unAlbo degli autenticatori a cui i promotori di iniziative popolari possano attingere, così da permettere l’espletamento dell’onere della sottoscrizione;
  • di sollecitare i Comuni ad informare la cittadinanza delle iniziative popolari e referendarie in corso e dare risalto agli uffici dove i cittadini possono firmare, ad esempio creando una pagina dedicata e un link ad essa sulle homepage dei propri siti istituzionali;
  • di sollecitare la RAI a trasmettere informazioni anche all’interno dei telegiornali per dare conoscenza ai potenziali autenticatori di questa loro facoltà e agli italiani della possibilità di sottoscrivere presso le segreterie comunali.

Rimango in attesa di un Vostro cortese urgente riscontro

Con osservanza                                             

Mario Staderini

Segretario di Radicali italiani

 

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