Lord Owen: "David Cameron, erede di Blair"

Lord Owen

A giudicare dai titoli e dai contenuti di due articoli pubblicati sul Daily Telegraph e sul Mail Online, intitolati “L’ombra del sospetto sull’Inchiesta Chilcot” e “Cameron, Blair e il loro ‘sporco accordo per censurare l’Inchiesta sull’Iraq’: secondo un ex Ministro degli Esteri l'evidenza chiave è stata trattenuta in cambio della neutralità dell’ex-PM alle prossime elezioni”, si potrebbe dedurre che alcuni giornalisti britannici la domenica si sintonizzino su Radio Radicale per ascoltare la conversazione settimanale tra Marco Pannella e Massimo Bordin. Non sono più soli i Radicali e Marco Pannella in primis a sostenere esplicitamente che David Cameron sia l’erede di Tony Blair soprattutto in tema di politica estera e guerra in Iraq.

I due articoli in questione riportano le gravi dichiarazioni dell'ex Ministro degli Esteri britannico (dal 1977 al 1979) Lord David Owen sulla guerra in Iraq, sugli interessi personali dei due leaders e sulla Ragion di Stato che prevale a Londra a causa dell'attuale Primo Ministro.

Lord Owen, in occasione di un incontro pubblico pochi giorni fa, ha detto che all’Inchiesta Chilcot “è stato impedito di pubblicare alcuni appunti, ritenuti importanti, di scambi tra il Presidente Bush e il Primo Ministro Blair”. I responsabili sono chiaramente Tony Blair e David Cameron perché “la pubblicazione degli appunti relativi a Bush non sarebbe stata bloccata se Tony Blair non avesse sollevato obiezioni, né se tale obiezione non fosse stata sostenuta dall’attuale Primo Ministro, David Cameron. Si stanno entrambi nascondendo dietro convenzioni del tutto fuori luogo, se si considera la natura della richiesta” che Sir John Chilcot ha presentato al Goveno di Cameron e che è rimasta lettera morta.

Per Lord Owen, Cameron e Blair hanno stipulato un accordo privato: David Cameron fa la sua parte impedendo la pubblicazione di documenti di vitale importanza, essenziali per arrivare alla verità sui retroscena della guerra in Iraq, in cambio del sostegno politico di Blair per i Tories. “È Downing Street stessa a dire di essere in contatto costante con Tony Blair su numerosi dossier e ciò è confermato dagli uomini di Blair. Non per niente Cameron si vede ancora come “erede di Blair”. È difficile sfuggire alla conclusione che Downing Street spera di... vincere la neutralità, se non il tacito supporto, di Blair alle prossime elezioni”.

Non è un caso poi se l’impero finanziario creato da Blair, che gli sta fruttando milioni di sterline attraverso le svariate consulenze prestate a governanti autoritari sparsi in Medio Oriente e Africa, non esisterebbe senza l’implicito consenso del Foreign Office.

Nota di Matteo Angioli

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