Basilicata: i Radicali chiedono al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione di verificare la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella

Basilicata: I Radicali chiedono al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione di verificare la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella.
Gli esponenti radicali Rita Bernardini(già membro della Commissione Giustizia della Camera), Maurizio Bolognetti(Segretario di Radicali Lucani), Mario Staderini(Segretario di Radicali Italiani), Marco Cappato(Tesoriere Associazione Coscioni) ed Elisabetta Zamparutti(Tesoriere di Nessuno Tocchi Caino) hanno indirizzato una interrogazione al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione, dott. Gianfranco Ciani, affinché valutino la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella con gli uffici giudiziari lucani e in particolare con la sede di Matera.
Nelle scorse settimane il segretario dell’Associazione Radicali Lucani aveva più volte manifestato le sue perplessità rispetto a quanto emerso dagli atti del procedimento penale 4422/2010 della DDA di Potenza.
Per i dirigenti radicali gli elementi risultati dal sopra citato procedimento renderebbero quanto meno inopportuna una permanenza del dott. Colella in Basilicata e in particolare un suo trasferimento da Potenza a Matera.
Al Sig. Ministro
della Giustizia – ROMA
Al Procuratore Generale
Corte di Cassazione – ROMA
I sottoscritti,
On. Rita Bernardini, già membro della Commissione Giustizia della Camera
Maurizio Bolognetti, Segretario Ass. Radicali Lucani
Mario Staderini,Segretario Radicali Italiani
On. Marco Cappato, Tesoriere Associazione Coscioni
On. Elisabetta Zamparutti, Tesoriere Nessuno Tocchi Caino
premesso
- che, nel mese di dicembre 2012, nell’ambito del procedimento penale n.4422/2010 della D.D.A. di Potenza venivano tratti in arresto alcuni imprenditori con l’accusa di illecito smaltimento di rifiuti solidi urbani consumato nelle province di Potenza e Matera;
- che negli atti del citato procedimento penale è dato leggere che il 22/6/2012, l’avv. Marisa Clemente, iscritta all’ordine circondariale di Bari, con studio legale in Altamura, nel presentarsi presso gli uffici del nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, in relazione all’indagine in corso, e nel qualificarsi come difensore di fiducia di uno degli imprenditori indagato e poi arrestato, esercente numerose attività nella Regione Basilicata alcuna delle quali poste in area ricompresa tra il Comune di Matera e il Comune di Altamura, “en passant”, riferiva di essere la consorte del dott. Salvatore Colella, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza;
- che l’episodio suscitò sorpresa nei Carabinieri inquirenti che di tanto informarono immediatamente i sostituti procuratori titolari del fascicolo di indagine e con il Colella, quindi, operanti nello stesso ufficio di Procura;
- che il dott. Colella ha svolto indagini in relazioni a danni ambientali in provincia di Potenza in area in cui opera il cliente della moglie;
- che da recenti notizie si è appreso del trasferimento del dott. Colella dalla Procura di Potenza a quella di Matera;
- che i due popolosi Comuni di Matera ed Altamura distano tra loro solo 18 Km e che sulle aree che coprono quella distanza sono ubicate attività praticate dall’imprenditore tratto in arresto e cliente dell’avv. Clemente;
- che la vicenda di cui innanzi, diffusa da vari articoli di stampa, è stata oggetto di salaci commenti sia tra i magistrati che tra gli avvocati del distretto della Corte di Appello di Potenza;
CHIEDONO di accertare:
a) se il comportamento dell’avv. Clemente sia stato valutato, sotto il profilo deontologico, dal competente Consiglio dell’Ordine (alternativamente quello di Matera, Potenza e Bari);
b) se il trasferimento del dott. Colella presso la Procura della Repubblica di Matera non determinerebbe una palese situazione di incompatibilità ambientale posto che la consorte continuerebbe ad esercitare la professione forense a qualche chilometro di distanza.
Lì, 25 maggio 2013
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