"Gli uomini non si contan per capi come il bestiame da vendere..." (a Marco P. che ci insegna a non mollare)

Ernesto Rossi

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di radicali Lucani

Leggo il comunicato stampa di Marco Pannella sui siti radicali e penso che ancora una volta sta provando a richiamare le massime istituzioni di questa sgangherata e criminale Repubblica ai propri doveri, ai propri obblighi. Leggo e mi chiedo se questa volta il rieletto Presidente Napolitano riuscirà a vestire i panni del “Garante” del diritto, dei diritti e del dettato costituzionale. Di certo nel discorso di insediamento non c’è stato un riferimento, uno soltanto, alla “prepotente urgenza”, alla bancarotta della giustizia e al suo putrido percolato carcerario.

Un deserto di indifferenza, un muro di silenzio avvolge per ora l’iniziativa nonviolenta di chi come Marco non vuole rassegnarsi a uno sfascio che si traduce in vite spezzate, diritti negati, in morte dello Stato di diritto. Sì, Marco Pannella ha ripreso il suo Satyagraha, ha di nuovo imbracciato le “armi” della nonviolenza per dialogare con un potere che continua ad essere sordo, cieco, muto, arrogante. Lo sta facendo perché sa che occorre interrompere la flagranza di reato che ci sta consumando; che ci consegna alla barbarie; che ci allontana da Beccaria e da Voltaire; che fa di questo nostro Stato uno “Stato canaglia” incapace di rispettare la sua propria legalità.

Eppure di fronte alla gravità di una denuncia che racconta 30 anni di condanne da parte della corte europea dei diritti dell’uomo, i suicidi che si susseguono in carceri infami, continua ad essere negata la possibilità di poter spiegare a un popolo che si vuole massa e plebe cosa ci sta accadendo e cosa accade in questa nostra Italia.

Approfondimenti

"Gli uomini non si contan per capi come il bestiame da vendere, ed il successo niente prova nel mondo del pensiero. E non solo ci possiamo sempre consolare guardando a quel che lo spirito umano ha creato nel campo delle scienze e delle arti, e guardando i nostri eroi del passato, ma si è sicuri, quando non si viva solo una vita gretta, priva di ogni luce ideale, d'incontrare sulla nostra strada, alla ricerca del giusto e del vero, altri uomini di carne come noi, mossi dalla nostra stessa ansia, in cui è possibile riconoscere dei fratelli in senso molto diverso, molto più profondo, di quanto ci sia possibile con le altre creature. Ed anche se, dopo l'incontro, ci si divide e non ci si incontra mai più, il ricordo di quando ci siam guardati negli occhi, di quando ci siamo stretta la mano con fiducia completa, ci sostiene, ci da forza e coraggio, quando ci sentiremo troppo disgustati e stanchi per la malvagità e la bestialità trionfante".

Ernesto Rossi - Casa penale di Roma, 20 maggio 1938

 

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