Carceri, giustizia, amnistia, diritto di voto dei detenuti: una lotta che non può fermarsi. Martedì manifestazione a piazza del Pantheon e piazza Montecitorio. Con Marco Pannella in sciopero della fame e della sete

Carcere

Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia 

"La lotta nonviolenta per la Giustizia, l’amnistia e per i diritti oggi negati ai detenuti fra il quali i diritto di voto, non può conoscere sosta perché assieme ai milioni di vite calpestate da una giustizia “irragionevole” nella sua durata e alle vite sequestrate di un’intera comunità penitenziaria, è lo Stato a dover essere liberato dalla sua quotidiana violenza antidemocratica. La ripresa ormai da giorni da parte di Marco Pannella dello sciopero della fame, inframmezzato da giornate intere di sciopero della sete, ci indica che quando tutto il potere gira la testa dall’altra parte per non vedere il disastro che sta provocando, deve esserci qualcuno che in modo semplice e rigoroso sappia aiutare le istituzioni a riprendere la strada della legge e della parola che in essa vive, si esprime e manifesta. 

Insieme a Irene Testa e Maurizio Bolognetti, con i nostri 41 giorni di sciopero della fame, abbiamo cercato di dare il nostro contributo nella consapevolezza che quando un diritto – come quello del voto dei detenuti – viene riconquistato possono aprirsi delle brecce di libertà utili a tutti i cittadini. Queste sono le ragioni per le quali mi auguro che domani i miei colleghi della Commissione Giustizia e Affari Costituzionali approvino la Risoluzione trasversale da noi promossa per il riconoscimento effettivo del diritto di voto dei detenuti, oggi scritto solo sulla carta. 

In vista della riunione delle due commissioni congiunte della Camera, familiari di detenuti e rappresentanti della Comunità penitenziaria che nelle carceri ci lavora o fa volontariato si riuniranno a Piazza del Pantheon alle ore 12 per poi spostarsi alle 14.15 davanti a Montecitorio per salutare l’inizio della discussione con una “battitura” simile a quella che i detenuti stanno conducendo a orari fissi nelle carceri italiane".



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