Carceri, Bernardini: Lega e Idv sbraitano, ma da governo solo fumo negli occhi. Anche con queste misure le carceri resteranno luoghi di tortura
La deputata radicale al 35esimo giorno di sciopero della fame spiega a Radio Radicale perché le misure in discussione alla Camera sono del tutto inadeguate ad affrontare l’emergenza carceraria
“Solo fumo negli occhi”. Così la deputata radicale Rita Bernardini, giunta oggi al 35esimo giorno di sciopero della fame per sollecitare una risposta concreta delle istituzioni allo sfascio antidemocratico e criminogeno della giustizia e delle carceri, ha commentato ai microfoni di Radio Radicale il disegno di legge delega al governo su carcerazione domiciliare, messa alla prova e sospensione della pena per gli irreperibili in discussione alla Camera.
“Lega e Italia dei Valori gridano allo scandalo ma è stata la stessa relatrice in Commissione Donatella Ferranti a tranquillizzati spiegando che al momento nelle nostre carceri non si contano più di mille persone condannate per reati che prevedono una pena edittale massima non superiore ai 4 anni di reclusione, limite massimo previsto sia per l’accesso alla pena della detenzione domiciliare che per la messa alla prova: mille su 68 mila! Infatti anche se vogliono far credere, leghisti e Idv, che con questo provvedimento gli scippatori di vecchiette e i ladri di appartamento non finiranno più in galera ma saranno messi alla prova, con la pena edittale massima si intende solo il furto semplice, che nei fatti è inesistente. Per lo scippo c’è l’aggravante della violenza, per il furto di appartamento c’è quello dello scasso e anche quello con destrezza è un furto aggravato, il furto semplice quindi è una fattispecie che nella realtà non esiste. Non si tratta dunque di misure risolutive della flagranza di reato da parte dello Stato italiano rispetto alle condizioni carcerarie, ma soltanto di fumo negli occhi. Anche se – ha aggiunto Bernardini – c’è da scommettere che i telegiornali diranno il contrario, con il rischio che i detenuti in ascolto credano che queste misure in corso di approvazione diventeranno presto applicabili alla gran parte di loro, mentre non è affatto così”.
Rita Bernardini ha poi aggiunto che: “È vero che bisogna incidere sulle tre leggi criminogene per eccellenza: la Bossi-Fini sull’immigrazione, della Fini-Giovanardi sulle droghe e la ex Cirielli sulla recidiva, ma tranne noi radicali nessuno prova a farlo davvero. Lo dimostra il fatto – spiega – che il mio emendamento sulla depenalizzazione della coltivazione di sostanze stupefacenti per uso personale, il solo che avrebbe avuto qualche effetto sia sull’arretrato della giustizia che sul sovraffollamento delle carceri, è stato dichiarato inammissibile. Eppure in commissione era stato giudicato ammissibile, peraltro incassando il voto favorevole solo della sottoscritta e dell’on. Giammanco del PdL, mentre tutti gli altri, Pd compreso, hanno votato contro: non è strano che quel che è stato considerato regolare in Commissione improvvisamente diventi irregolare in Aula?”, chiede Rita Bernardini, che poche settimane fa ha messo in atto un’azione di disobbedienza civile per chiedere l’accesso alla cannabis terapeutica e la depenalizzazione della coltivazione domestica.
“Non mi hanno arrestata, come invece avrebbero dovuto e come fanno ogni giorno con tanti giovani ma anche con i malati che fanno uso della marijuana per curare patologie come la sclerosi multipla. E oggi ci negano di sottoporre al voto questa proposta”. “Allora mi rivolgo al Presidente della Repubblica per dirgli che c’è un abisso tra quanto ha dichiarato un anno e mezzo fa al Senato e l’atteggiamento da lui stesso assunto oggi rispetto alla “prepotente urgenza” giudiziaria e carceraria, e anche se avallerà le dichiarazioni spot che il ministro Severino rilascerà nei prossimi giorni a tutti i tg, la miseria, la tortura e l’illegalità delle nostre carceri continueranno a rimanere tali ancora a lungo”, conclude Rita Bernardini.
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