Giustizia/Carceri: 10 anni fa l’appello di Wojtyla in parlamento. Bernardini e Testa: oggi amnistia non è atto clemenza ma di governo

Carceri italiane

La deputata radicale e la segretaria del Detenuto Ignoto in sciopero della fame da 3 settimane. 

“Dieci anni fa Papa Giovanni Paolo II lanciava davanti al Parlamento riunito in seduta comune il suo accorato appello a favore di un gesto di clemenza verso i detenuti nelle carceri italiane, sottoposti già allora a condizioni di detenzione durissime.

Il Governo, che fino ad ora si è armato di strumenti del tutto inadeguati a rispondere all’emergenza in corso, e le massime istituzioni, che domani si riuniranno per celebrare questo anniversario, colgano l’occasione per un esame di coscienza sul comportamento di uno Stato in flagranza di reato rispetto ai propri cittadini”, lo dichiarano la deputata radicale Rita Bernardini e Irene Testa, segretaria dell’associazione Il Detenuto Ignoto, che da tre settimane conducono un’azione nonviolenta di sciopero della fame, inframmezzato da intere giornate di sciopero della sete, per ribadire la necessità di un’amnistia, abbinata a un provvedimento di indulto. 

“Quello che nel 2002 il Papa invocava come un atto di clemenza, oggi rappresenta il solo atto di governo in grado di far rientrare nel perimetro della legalità il sistema Giustizia, ormai alla bancarotta, e quelle moderne catacombe della democrazia e del diritto – come le ha definite Marco Pannella – che sono le carceri italiane. Amnistia e indulto sono misure non più rinviabili, appoggiate anche da illustri esponenti della Conferenza Episcopale Italiana che però, quando affrontano certi argomenti, si vedono silenziare proprio come dei Radicali”. All’iniziativa nonviolenta di Rita Bernardini si sono aggiunti con un digiuno altri dirigenti e militanti radicali, tra i quali il direttore di Notizie Radicali Valter Vecellio e il segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti. 

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