Pena di morte: missione dei radicali in Centrafrica

Pena di morte, impiccagione

Parte oggi una missione di quattro giorni di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale nella Repubblica Centrafricana volta a sostenere il processo abolizionista sul piano interno e a ottenere il voto favorevole del paese africano alla Risoluzione ONU per la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali.

La delegazione radicale è composta dal Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia e dai parlamentari Radicali Marco Perduca ed Elisabetta Zamparutti, e si svolge grazie a un contributo del Ministero degli Affari Esteri italiano.

Nella Repubblica Centrafricana la pena di morte è prevista per una serie di reati, dalla rapina a mano armata all’omicidio aggravato, anche se l’ultima esecuzione è avvenuta nel gennaio del 1981, quando sei alti funzionari dello Stato sono stati fucilati.

Particolarmente grave è la situazione delle carceri, che la delegazione dei Radicali intende visitare: celle sovraffollate; beni di prima necessità, tra cui cibo, vestiti e medicine, inadeguati; alcuni detenuti, dipinti dalle forze dell'ordine e dai funzionari giudiziari come ribelli, incatenati e privati di cibo e acqua per diversi giorni.

Il 13 ottobre 2008, il Presidente François Bozizé ha promulgato una amnistia generale per tutti i crimini commessi dal 2005, anche se i crimini internazionali sono stati esclusi.

Nel 2008 e nel 2010, la Repubblica Centrafricana si è astenuta sulla Risoluzione ONU pro moratoria. A tal proposito, tra gli obiettivi della missione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale, oltre alla richiesta di accelerare il processo interno verso l’abolizione, vi è quello di ottenere il voto favorevole della Repubblica Centrafricana alla nuova Risoluzione in discussione alla sessione in corso all’Assemblea Generale dell’ONU.

 


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