Ddl Anticorruzione: Severino salva i magistrati fuori ruolo neutralizzando i doverosi limiti imposti dall’emendamento Giachetti

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Dichiarazione di Rita Bernardini, deputato radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

Grave la decisione del Ministro Severino di neutralizzare l’emendamento Giachetti sui magistrati fuori ruolo sostenuto con forza e convinzione dai parlamentari radicali. Sulla base di questa nuova proposta del Governo, infatti, il magistrato potrà essere destinato a funzioni diverse da quelle giudiziarie anche per dieci anni consecutivi (e non più solo per cinque), a meno che il collocamento non sia avvenuto presso organismi istituzionali, di autogoverno, europei e internazionali, o presso le rappresentanze diplomatiche e le Authority, nel qual caso si potrà rimanere fuori ruolo senza alcun limite temporale, come nel caso della dott.ssa Augusta Iannini, ex capo del legislativo al Ministero di Via Arenula e ora nominata all’Autorità Garante per la Privacy.

L’emendamento governativo è una presa in giro e non risolve in alcun modo il problema dell’impropria utilizzazione dei magistrati in particolare dentro le istituzioni del Governo e del Parlamento, fenomeno che attualmente rappresenta una delle più evidenti distorsioni nel rapporto tra Poteri dello Stato e pone seri problemi sul piano dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati rispetto alla politica. Lo stesso CSM tempo fa ebbe modo di stigmatizzare i vuoti di organico in senso alla magistratura invitando la politica “a limitare al massimo le richieste di destinazione di magistrati a funzioni diverse da quelle giudiziarie”. Evidentemente il potere di veto della magistratura associata condiziona fortemente l’atteggiamento di chi – come l’attuale Ministro della Giustizia – in nome di riforme sempre rinviate finisce poi per non fare puntualmente mai nulla (basti pensare a quel che sta accadendo in tema di responsabilità civile dei magistrati o sulla criminale condizione delle carceri e della giustizia). Come radicali, al contrario, restiamo convinti che occorra fissare con nettezza il principio di esclusività delle funzioni giudiziarie, riservando a pochi e tassativi casi, eccezionali e previsti per legge, la possibilità di un utilizzo dei magistrati fuori ruolo.

 

 



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