Martini. Farina Coscioni: se l’omaggio alla figura del cardinale Martini e al suo magistero non è vuota e ipocrita retorica, il ddl Calabrò se fosse stata legge ne avrebbe calpestato la volontà

Chi si candida alla guida del Paese annunci che si renderà promotore di norme che garantiscano e tutelino la volontà del paziente e del malato.
Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, presidente onorario dell’associazione Luca Coscioni
"Il cardinale Carlo Maria Martini, come unanimi riferiscono le persone che sono state a lui vicino fino all’ultimo e lo hanno assistito, le agenzie di stampa e i giornali, dopo l‘ultima crisi che gli impediva di deglutire cibi solidi o liquidi, ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico, che nel caso specifico avrebbe comportato l’applicazione di un tubo per l’alimentazione artificiale inserito nell’addome (PEG), e nel sondino naso-gastrico.
Sulla base, tuttavia, del disegno di legge Calabrò sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento che vorrebbero imporre al Paese, questa volontà, pur se espressa in piena scienza e coscienza, varrebbe meno di nulla. La decisione se e fino a quando accanirsi, anche a prezzo di sofferenze infinite e senza speranza, verrebbe demandata al medico; la volontà del paziente completamente annullata. Dunque se la legge fosse stata già in vigore, anche la volontà di Martini sarebbe stata annullata; per non esserlo, si dovrebbe far ricorso a pratiche clandestine, il diffusissimo “si fa ma non si dice”.
Se l’omaggio alla figura del cardinale Martini e al suo magistero non è vuota e ipocrita retorica, quella legge che avrebbe calpestato la sua volontà, va buttata alle ortiche; e chi si candida alla guida del Paese dovrebbe fin da ora annunciare che si renderà promotore di norme che garantiscano e tutelino la volontà del paziente e del malato, quale essa sia."
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