Binetti, Farina Coscioni: difesa (strumentale) dell’embrione e del feto, indifferenza del vivo e delle sue sofferenze. Subito dibattiti e pubblici confronti su questi temi

Maria Antonietta Farina Coscioni deputata radicale e presidente onoraria dell’associazione Luca Coscioni ha rilasciato la seguente dichiarazione:
L’onorevole Paola Binetti da tempo ci ha abituato a dichiarazioni e prese di posizione spericolate, ma un limite dovrebbe pur esserci. Dire che la sentenza della Corte di Strasburgo che demolisce in modo inequivocabile la legge 40, riconoscendo quella illogicità punitiva che dal primo giorno noi radicali e dell’Associazione Luca Coscioni abbiamo sempre denunciato, costituisce “un attacco alla vita nascente, alla vita debole e fragile”, è qualcosa che rasenta l’impudenza. La legge 40, fortissimamente voluta dagli ambienti clerical-conservatori, non punta alla difesa della vita, come sostiene l’onorevole Binetti, al contrario la mortifica, condanna centinaia di coppie al turismo procreativo, spaccia la comprensibile e legittima aspirazione di volere un figlio che non sia affetto da gravissime malattie incurabili per eugenetica.
Per quel che riguarda la legge sull’aborto, l’on. Binetti invoca un “serio ticket alla legge 194”. Ben venga. Si avrà modo, così, di documentare come in intere regioni la legge non viene applicata, e con il pretesto dell’obiezione di coscienza (perfino per i portantini!) intere strutture sanitarie non tutelano il diritto della donna a poter interrompere la gravidanza ove ritenga di doverlo fare; si avrà modo di documentare come le strutture ospedaliere disattendono la legge, che impone loro comunque di trovare soluzioni per le donne che decidono di far ricorso all’aborto. E si avrà modo di documentare – anche – le vere e proprie campagne terroristiche e in mala fede che in alcune strutture sanitarie vengono messe in essere per convincere in modo subdolo e falso, la donna a non abortire.
Sono convinta che l’onorevole Binetti sia convinta della bontà delle sue affermazioni almeno quanto io sono convinta delle mie. Si unisca dunque a me nella pubblica richiesta perché il servizio pubblico radio-televisivo garantisca una adeguata informazione su queste questioni e si organizzino trasmissioni di confronto e dibattito in modo da consentire agli italiani di conoscere, sapere e poter decidere con cognizione di causa.
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