Rai, Beltrandi: depositata la richiesta di modifica del regolamento in Commissione di Vigilanza per garantire audizioni dei candidati alla dirigenza Rai. La democrazia si basa su procedure certe e sulla conoscenza, non sulle buone intenzioni

Dichiarazione di Marco Beltrandi, deputato radicale in Commissione di Vigilanza sulla Rai
Ieri, in seguito alle richieste politiche che da decenni il movimento radicale propone per garantire trasparenza nei voti dei candidati al Consiglio di Amministrazione della RAI, richieste che io stesso da due legislature propongo incessantemente in Commissione di vigilanza -e non solo-, l’Ufficio di Presidenza, dopo aver ricevuto oltre 300 curricula, ha deciso di posticipare la data del voto, già prevista per domani, a martedì prossimo.
E’ un piccolo passo, ma non sufficiente perchè non c’è tempo per leggere tutti i curriculum, con il rischio che poi si voti, come sempre, seguendo le indicazioni prese nelle segreterie di partito da pochissime persone, quando va bene.
Nella proposta è contenuta una regola fondamentale: la possibilità per i commissari di ascoltare in Commissione i candidati, prima di votarne alcuni tra loro, per conoscere le loro storie personali e professionali
Prima del voto è necessario poter esaminare i candidati, chiedere direttamente loro quali esperienze li hanno spinti alla candidatura, con quali convinzioni e progetti per il rilancio della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e per conoscere i motivi della scelta.
Per questo ho depositato una proposta di modifica del regolamento che preveda tempi certi per le candidature, con la presentazione non solo dei curriculum, ma anche una dichiarazione di assenza di conflitti di interessi accompagnata da una dichiarazione sullo stato patrimoniale personale per ogni candidato.
Trasparenza e conoscenza garantiscono la democrazia del merito e dell’efficienza. Tutte qualità fondamentali per migliorare le istituzioni, la Rai, la società. Ecco perché è necessario poter svolgere le audizioni. Ed ecco perché –quasi- tutti si oppongono ad scelta fatta in base a regole certe, trasparenti, verificabili, responsabili.
Senza regole c’è solo una pantomima di democrazia, che si risolverà come sempre con i nominati dai partiti a cui si aggiungerà la beffa della messinscena dei curricula, che non serviranno a nulla senza audizioni, se non ad ingannare gli italiani sul reale funzionamento delle “stanze dei bottoni”.
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