Pannella: per questo da venerdì 8 giugno aggiungo all’attuale lotta e riprendo l’azione nonviolenta con lo sciopero della fame per l’amnistia, la giustizia e la libertà

Marco Pannella

Dichiarazione di Marco Pannella: 

Mi felicito con Alfonso Papa per la sua forte e bella lotta a favore di una vera e seria riforma della repellente situazione dell’amministrazione della Giustizia e penitenziaria, flagranza criminale che il Regime difende e perpetua con pervicacia e abilità propria di dediti professionalmente alla sua delinquenza.

Alfonso Papa ha infatti ottenuto l’impegno del leader del suo partito, Silvio Berlusconi, e del Gruppo parlamentare a sostenere una sua proposta legislativa volta a limitare la pratica abusiva e violenta della carcerazione preventiva nel nostro Paese. Lo ringrazio profondamente e sinceramente.

Ciò detto – come già preannunciato – confermo che torno da domani al mio sciopero della fame per l’obiettivo di una AMNISTIA con tre principali obiettivi:

1. Far interrompere – come d’obbligo, immediatamente – la flagranza criminale in cui versa lo Stato italiano contro la sua stessa Costituzione, contro la legalità e la giurisdizione europea, contro patti internazionali stipulati, ratificati e costituzionalmente protetti, contro lo Stato di Diritto e i Diritti Umani.

2. Garantire strutturalmente, immediatamente la radicale riforma della malfamata e vergognosa “Giustizia” italiana assicurandole una situazione strutturale che le imponga oggettivamente quella “ragionevole durata” di processi, procedimenti e cause che da oltre trent’anni e sempre più fa della Repubblica italiana uno Stato che ha nei confronti del diritto positivo internazionale contemporaneo un rapporto ancora più indegno e violento di quello che Stati nazisti, fascisti, comunisti, comunque totalitari ebbero nei confronti della legalità della Società delle Nazioni negli anni Trenta e Quaranta dello scorso secolo.

3. Risolvere, così, positivamente, quel che da decenni appare essere il massimo problema istituzionale e sociale italiano, problema che non può che esser posto da una “Democrazia Reale” erede e metamorfosi del male che parve battuto dal mondo autenticamente democratico di allora. La drammatica, disperata situazione economico-sociale in cui versa oggi l’Italia – e non solo – è il prodotto di quella “Democrazia Reale” che in modo sempre più globalizzato tende pericolosamente a negare il Diritto, la legalità, oltre che a Roma, perfino a Washington o a Londra. Quasi ovunque, e negli stessi paesi che (si) costituirono in comunità europea e in quella atlantica.

Oggi i suddetti obiettivi di Diritto, di legalità, di democrazia possono essere ragionevolmente perseguiti e raggiunti e acquisiti in Italia, con lo strumento dell’AMNISTIA, sulla quale l’antidemocrazia partitocratica italiana vieta da decenni perfino parvenze di dibattito democratico.

Perseguire altre vie “realistiche”, “parziali”, “puntuali”, “riformiste”, ma non riformatrici, è il modo più pericoloso e violento di imporre di fatto lo statu quo italiano, e la sua peste tornare a devastare, come dagli anni Venti ai Cinquanta, il mondo intero in versioni policrome, da rosse a brune a nere…

Ottimo, quindi, quanto strappato con la sua battaglia dall’amico Alfonso Papa a condizione che non prosegua – in tal modo – la linea dell’ex Ministro e del “leader” Angelino Alfano, che – per ora – sembra essersi imposta, con i suoi verboten, al Popolo della Libertà e dintorni, contro quella che fu propria sotto la guida di Berlusconi, quando con la prima Marcia, di Natale 2005, con gli obiettivi “Amnistia, Giustizia e Libertà”, cui parteciparono – sotto la pioggia – l’attuale Presidente Napolitano, l’ex Presidente Cossiga, la maggior parte dei senatori a vita, oltre a Massimo D’Alema e numerosi Ministri del Governo Prodi, esponenti dell’opposizione, con l’esplicito sostegno del Ministro della Giustizia Mastella. 

Per concludere: l’unico modo di confermare, per conquistarli, gli obiettivi della prima Marcia di Natale 2005, della II Marcia -dello scorso 25 aprile- cioè Amnistia, Giustizia e Libertà - è concertarsi tutti su di essi.

Per questo da venerdì 8 giugno aggiungo e riprendo l’azione nonviolenta con lo sciopero della fame.

M’auguro che dalle carceri, oltre che dal carcere dove siamo tutti ristretti, violentati, offesi si rilanci – possente – la risposta civile, sempre più assolutamente nonviolenta, perché la Repubblica italiana venga liberata dalla sua indegna, attuale condizione criminale che tutti e tutte ci offende e strazia.

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