Firme false regionali/Giovine condannato anche in appello. Radicali: il baro è stato punito, la partita va rifatta: Subito nuove elezioni regionali

Giovine a processo

 La Corte d’Appello di Torino ha oggi confermato la condanna a 2 anni e 8 mesi (con interdizione dai pubblici uffici per due anni) al consigliere regionale Michele Giovine per falsificazione delle firme di 17 candidati su 19 della Lista “Pensionati per Cota”, presentatasi alle elezioni regionali del 2010.
Con i suoi 27.000 voti la Lista è stata determinante per la vittoria di Roberto Cota, che superò Mercedes Bresso di soli 9.000 voti.

Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Salvatore Grizzanti (Associazione Radicale Adelaide Aglietta):

Proprio mentre Torino celebra le “giornate della legalità” arriva una sentenza che conferma la condanna delle illegalità compiute da Giovine nel 2010; ricordiamo che Giovine aveva già raccolto firme false nel 2005 e, nonostante le denunce dei radicali, l’aveva fatta franca per intervenuta prescrizione.
Quando durante una partita a carte si scopre che al tavolo da gioco è seduto un baro, si punisce il baro e poi si ricomincia la partita. Questo deve valere a maggior ragione rispetto al voto popolare; ai cittadini piemontesi sono state distribuite carte false; ora devono poter rivotare in condizioni di assoluta legalità.
Comprendiamo come per il presidente Cota, con il suo partito allo sbando (e con la componente piemontese sempre più emarginata), con la sua maggioranza di centro-destra ormai alla frutta, perdere il potere sia esiziale per la sua carriera politica.
Ma la legalità è un valore che supera le pur legittime ambizioni personali di Cota, di Formigoni, di chiunque. Attendiamo autorevole avallo di questa nostra convinzione dal Presidente della Repubblica, a cui abbiamo inviato dieci giorni fa una lettera aperta sul “caso Piemonte”.

Torino, 22 maggio 2012
Manfredi (348/5335305)

N.B. Le firme false di Giovine sono affisse alla vetrina della sede radicale di Torino di via Botero n. 11/f. e sono anche disponibili a questo link, assieme alla sentenza di primo grado, al “Dossier Giovine” ed alla lettera aperta dei radicali piemontesi al Presidente Napolitano

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