Partiti. Turco: non basta rifiutare il finanziamento pubblico, bisogna abolirlo

Solo un rimborso elettorale: tetto di 1 euro per voto ricevuto e per spese effettivamente sostenute.
Serve un nuovo modello di partito: basta soldi dallo Stato, dalle aziende vincitrici di appalti pubblici, da chi ricopra incarichi di nomina politica.
Fuori il finanziamento pubblico dai partiti, fuori i partiti dallo Stato.
Dichiarazione di Maurizio Turco, deputato Radicale:
"Se la dichiarazione del Segretario Angelino Alfano di volere un partito autofinanziato dagli iscritti è solo un proposito circoscritto al proprio partito siamo lontani dalle necessità di governo. Necessità non circoscrivibili ad un presunto presente. Il finanziamento pubblico sotto mentite o meno spoglie non va rifiutato ma abolito.
Se però quanto detto da Alfano fosse un proposito di riscrivere la natura dei partiti, cioè di renderli aderenti alla Costituzione e al compito che gli è proprio in democrazia, allora si apre una fase nuova anche in Commissione Affari costituzionali dove stiamo discutendo dell'applicazione dell'articolo 49 della Costituzione sulla democrazia interna i partiti.
Ma per espellere il finanziamento pubblico dai partiti è indispensabile che i partiti non occupino più lo Stato, sopratutto i gangli vitali socio, economici, industriali.
Quindi sì al partito autofinanziato, con un tetto per le donazioni dei singoli e sopratutto non con i denari di aziende che erogano servizi alla pubblica amministrazione tantomeno da chi ricopre incarichi di nomina politica.
E per i rimborsi elettorali 1 euro per voto ricevuto con rimborso solo delle spese effettivamente sostenute."
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