In risposta al Consigliere Mario Venezia, Bolognetti: W i figli e i pronipoti di "Aldo Troya"

Si preoccupi Venezia di quel bonus carburante con il quale hanno pensato di acquistare a buon mercato la coscienza di un popolo. Non saranno i trenta denari di un pieno di benzina che potranno farci dimenticare la devastazione e la svendita di un territorio. Certo meglio sostenere un’associazione che ispira la sua azione ad un noto passo biblico, che non i pronipoti di “Aldo Troya” (Maurizio Bolognetti)
Approfondimenti
Intervista di C. Pugliese a Maurizio Bolognetti (Notiziario RR, 14 aprile 2012)
La Prima pagina della Nuova del Sud, 13 aprile 2012
"E' crisi di regime" (Nuova del Sud, 13 aprile)
Egreggio decreto (Radio Laser, 24 marzo 2012)
P.S.
“Troya emigrato a Milano nel 1943, fu colto non inaspettatamente impreparato alle proprie scelte, a quanto pare, dalla fine del fascismo e dalla fine della Resistenza. Partecipò infatti alla Resistenza(questo, come vedremo, costituisce lo scandalo). C’era una formazione mista degasperiana e repubblicana(il misto comincio subito, come si vede), che lottava sui monti della Brianza. Il capo di quella formazione partigiana era l’attuale presidente dell’Eni Ernesto Bonocore. La cosa che vorrei sottolineare è la seguente: Troya nella formazione partigiana era secondo. E la cosa pareva gli si addicesse magnificamente fin da allora. Non vorrei mitizzare: ma Troya non ci teneva a primeggiare per primeggiare. Era qualcosa di più che ambizioso. Non aveva dunque le debolezze degli ambiziosi: la sua vita, il suo aspetto, il suo comportamento erano grigi, o, per meglio dire, ascetici. Lo erano sempre stati. In qualità di “secondo”(vicecomandante o vicepresidente) la sua tendenza ascetica a “realizzare” si attua molto meglio. Egli non avanzava, accumulava. Non saliva, si espandeva. Sarebbe troppo lungo, e per me, poi, impossibile, seguire tutta la lenta storia(due decenni) di questa accumulazione e di questa espansione. Mi limiterò dunque a dare un panorama, quale poteva presentarsi a un osservatore nel momento della nostra storia.”
Tratto da Petrolio di Pier Paolo Pasolini
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