II Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la libertà: sottoscrivono l'appello anche gli avvocati Emilio Nicola Buccico e Vincenzo Montagna

Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Il 25 aprile si terrà a Roma la “II Marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà”. Una Marcia “per chiedere al Parlamento un impegno concreto e solerte, adeguato ad affrontare le drammatiche condizioni in cui versano la giustizia e le carceri nel nostro Paese.” La seconda, perché la prima Marcia con analoghi obiettivi si tenne nel Natale del 2005, e allora come oggi, come ormai da decenni, la questione giustizia-carceri con il suo putrido percolato rappresentato dalle immonde condizioni di detenzione è “una delle più grandi questioni sociali in Italia, fonte continua di condanne da parte delle Corti di Giustizia europea e internazionali, per violazione dei diritti umani fondamentali.”
Non a caso il Presidente Giorgio Napolitano a luglio dell’anno scorso aveva parlato “di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”
Nonostante i reiterati richiami del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’Italia continua a violare da tempo la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Continuiamo a violare l’art. 27 del dettato costituzionale, continuiamo a registrare una irragionevole durata dei processi, che è fonte di ripetute condanne da parte della Corte di Giustizia Europea(Cedu). Per dirla tutta, l’Italia è primatista europea in materia di condanne da parte della CEDU.
Ed è per queste ragioni che possiamo affermare che il nostro Paese è ormai un delinquente abituale e professionale.
Ma i tempi biblici della giustizia italiana oltre a tradursi in decine di migliaia di prescrizioni ogni anno, quelle che noi definiamo amnistia clandestina e quasi sempre di classe, hanno un pesantissimo riflesso anche sull’economia del nostro bel paese.
Basti pensare che la Banca Mondiale, nel rapporto “Doing Business” 2012, colloca la nostra giustizia civile al 153° posto nel mondo su 183 posizioni disponibili.
E questo per non dire che la Banca d’Italia afferma che l’inefficienza della nostra giustizia civile produce ogni anno la perdita di un punto di PIL.
Insomma, non è eccessivo parlare di bancarotta della giustizia e non è eccessivo quel monito di Marco Pannella che ha definito le carceri italiane “un consistente e allarmante nucleo di nuova Shoah”. Carceri luoghi di tortura per detenuti e per agenti di Polizia Penitenziaria.
Almeno un terzo dei cittadini(vittime e imputati) di questo paese è coinvolto in questo marasma ed è per questo che l’On. Rita Bernardini ha parlato “di una vera e propria questione sociale”.
Per dirla con Marco Pannella “un’amnistia quale proposta di riforma strutturale dell’amministrazione del sistema giudiziario italiano, sovraffollato oltre che nelle immonde carceri anche e soprattutto da 10 milioni di procedimenti civili e penali pendenti”.
Dalla Basilicata continuano ad arrivare segnali interessanti di adesione e sostegno agli obiettivi e ai contenuti della marcia organizzata per il 25 aprile.
Ad oggi sono tre i comuni che hanno deliberato il loro sostegno: Latronico, Lagonegro e Tito. Tra coloro che hanno sottoscritto l’appello troviamo i consiglieri regionali Rocco Vita(PSI), Nicola Benedetto(IDV), Alessandro Singetta(API), Francesco Mollica(MPA); e ancora gli avvocati Emilio Nicola Buccico e Vincenzo Montagna; i giornalisti Oreste Lo Pomo e Pasquale Doria; il vice-segretario regionale dell’UDC Antonio Flovilla e Don Marcello Cozzi, Presidente del Cestrim e referente di Libera. Per non dire del sostegno manifestato a titolo individuale dai sindaci Pasquale Scavone, Egidio Nicola Ponzo e Domenico Mitidieri. Sostegni importanti che ci auguriamo possano continuare a crescere. Personalmente intendo continuare il mio digiuno di dialogo con il Presidente De Filippo, iniziato alle 23.55 del 27 marzo. Sciopero della fame, Satyagraha a sostegno dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella e per invitare il Consiglio regionale a discutere e votare l’ODG depositato dal Consigliere Rocco Vita. E magari per chiedere che, dopo un anno, si discuta e si voti la PDL per l’istituzione del Garante per i diritti dei detenuti. Diritto, diritti, legalità per un 25 aprile che segni il ripristino di un minimo di Stato di diritto in questa nostra Italia.
Hanno detto
Avv. Emilio Nicola Buccico, Già membro del CSM
Aderisco convintamente alla iniziativa radicale volta, in termini di civiltà, a responsabilizzare la società italiana.
I temi ed i problemi sono connessi ed alla base vi sono diritti fondamentali quotidianamente lesi da una giustizia letargica nei tempi e strutturata su apparati e modelli superati, a cominciare dalla preunitaria geografia giudiziaria: le carceri, poi, da luogo deputato contemporaneamente alla espiazione ed alla rieducazione, nei fatti tradiscono la irrinunciabile finalità costituzionale e, spesso, si trasformano –anche per le diversità censuarie che segnano la differenza nella tutela effettiva dei diritti dei cittadini secondo i principi di uguaglianza disegnati dalla Costituzione- in luoghi di ancor più inaccettabile marginalizzazione e mortificazione della persona.
Nel 2006 intervenni al Senato –in difformità con la mia parte politica- per votare a favore dell’indulto e sin da allora reclamai la necessità di una amnistia che deve necessariamente essere vissuta come base per reali ed efficaci riforme del sistema giudiziario, neppure sfiorato dai recenti palliativi.
Mi auguro che la Marcia possa trasmettere un grande segnale alla classe politica e all’intera società.
Avv. Vincenzo Montagna
Comunico la mia adesione alla “seconda marcia per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà”.
L’iniziativa dei Radicali pone all’attenzione di tutti i democratici il problema ineludibile della gravità della situazione della Giustizia in Italia. Il suo malfunzionamento provoca gravissime conseguenze tra le quali vi è quella del sovraffollamento delle carceri e di una situazione di detenzione che è ingiusta e spesso incivile.
Di fronte a questi problemi, il mondo politico da anni non riesce a dare risposte. In Basilicata la situazione è ancora più grave. Siamo ormai alla dismissione della giustizia come dimostrano la svendita del Palazzo di Giustizia a Potenza e la mancata esecuzione della sentenza che, sino ad ora, invano ha disposto la reintegrazione dei lavoratori negli stabilimenti della Fiat di Melfi.
La marcia da voi proposta, quindi, va sostenuta. Nell’ambito delle richieste formulate a me pare si debba dare priorità alla concessione di un provvedimento di Amnistia cui dovrebbe seguire un’organica riforma per la depenalizzazione di reati che non possono più essere perseguiti con il carcere. Nel carcere, oggi, si sommano l’ingiustizia e l’inciviltà dei trattamenti. L’Amnistia potrebbe essere un modo per attenuarne le gravi conseguenze.
Don Marcello Cozzi, referente di Libera e Presidente Cestrim
Non chiediamo scorciatoie, neanche colpi di spugna che cancellino le colpe. Riteniamo però che colonne della democrazia siano non solo la certezza della pena ma anche una giustizia certa per tutti: per i corrotti, per i colletti bianchi dalle mani sporche, per certi insospettabili sempre più intoccabili, per certi servitori dello Stato che hanno preferito le tante forme dell’anti-Stato, e non solo dunque per i delinquenti di strada o anche, sempre più spesso, per i poveri cristi. Gli unici oggi, questi ultimi, – salvo rare eccezioni – ad affollare le nostre carceri e a vivere la giustizia – somministrata magari con un contagocce pluriennale – solo come la faccia sporca di uno Stato vendicativo piuttosto che come l’occasione ultima di riprendersi in mano la vita. È per questo motivo, dunque, che anche noi aderiamo alla Marcia per l’amnistia, la giustizia e libertà.
Antonio Flovilla, vicesegretario regionale UDC
Sono ormai convinto che l’unica via rimasta, per restituire dignità alla nostra nazione ed al sistema penitenziario,sia rappresentata da un provvedimento di ampia amnistia. Solo così si potrà immaginare di affrontare seriamente un percorso di necessarie riforme riguardanti il pianeta giustizia ed in esso il mondo penitenziario.
Alessandro Singetta, Consigliere regionale Api
“La seconda “Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà” organizzata dal Partito Radicale a Roma per il giorno di Pasqua, ha l’indubbio merito di richiamare l’attenzione sui gravi problemi che interessano il settore giustizia in Italia”. È quanto dichiarato dal capogruppo in Consiglio Regionale di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta, che ha aggiunto “Purtroppo, sono ormai decenni che la giustizia – sia civile che penale – nel nostro paese versa in uno stato comatoso, nonostante vari (e pressoché inutili) tentativi di riforma.Processi lunghissimi che spesso finiscono in prescrizione, sovraffollamento nelle carceri (con migliaia di detenuti che vivono in condizioni disumane), milioni di procedimenti pendenti, una sostanziale negazione dei diritti fondamentali dei cittadini. È necessario intervenire subito, anche con le poche risorse disponibili, per cercare di uscire immediatamente da una situazione che vede l’Italia – costantemente – sottoposta a giudizi negativi ed a condanne da parte dell’Unione Europea. In questa situazione, amnistia ed indulto (che, per la verità, nel nostro paese non sono mai stati provvedimenti eccezionali, vista la frequenza con cui sono stati disposti) sono l’ultima, estrema ratio, per evitare la bancarotta del sistema giustizia, riducendo il carico processuale ed il sovraffollamento nelle carceri. Ma è necessario anche proseguire nelle riforme – organiche – di un sistema in continua sofferenza.
Approfondimenti
Intervento all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2012
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