Tribuna Politica Taranto, Bolognetti: "Carnevale" radicale vs rigor mortis partitocratico

Da questa sera in sciopero della fame a sostegno degli obiettivi della “Marcia di Pasqua” e dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario Radicali Lucani
Una tribuna affollata quella registrata lunedì nella sede del Tgr Puglia. In studio entriamo in 14 e la sensazione è subito quella di un campo di concentramento, dove è impossibile qualsiasi tipo di dibattito. Le tribune elettorali sono lo specchio che riflette la montante antidemocrazia che stritola questo Paese.
Entro con un cartello pro Amnistia e a sostegno della Marcia di Pasqua. La cosa sembra non piacere all’on. Voccoli(PRC), che prima pretende che indossi il cartello solo nei miei due minuti di intervento e poi in un moto d’ira, in un “fuori onda”, invoca la “censura” e la mia “espulsione” dalla trasmissione. La tensione monta e il conduttore Enzo De Vecchio decide di “sequestrarmi” il cartello, che subito mi viene restituito quando chiedo se per caso non intenda dar corso alle richieste di Voccoli.
Stemperato il clima di tensione, la tribuna riprende e il rappresentate di Sel, Mario Calzolaro, afferma che non gli piacciono le “carnevalate”.
L’atteggiamento è quello della razza padrona che non ama essere messa in discussione, ma soprattutto dalle parole, dagli atteggiamenti di Voccoli e Calzolaro, emerge un retaggio antico.
A Tribuna conclusa, un altro sostenitore del sindaco uscente Ippazio Stefano tiene a farmi ascoltare le poco lusinghiere opinioni sulla mia persona. Il tutto in perfetta linea con un atteggiamento di sufficienza cominciato ben prima dell’inizio della Tribuna stessa.
Cari Voccoli e Calzolaro, mi spiace davvero aver interrotto per un attimo le auliche discussioni di chi ancora una volta si accinge a mettere le mani su una città divenuta mera merce di scambio nello scacchiere della spartizione partitocratica.
Spero vorrete perdonarmi, ma io al rigor mortis che avete rappresentato in circa 40 minuti preferisco il “carnevale” radicale.
Il “carnevale” di chi difende lo Stato di diritto, la legalità costituzionale e prova con i pochi mezzi a disposizione a far passare un messaggio.
“La strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”: vale per la questione giustizia-carceri e vale, temo, anche per i veleni industriali e politici della “città dei due mari”.
Ma forse il peggior veleno è rappresentato proprio da un ceto dirigente che anche a Taranto occupa il territorio manu militari e non tollera che qualcuno possa metterlo in discussione.
Per quanto mi riguarda, raccogliendo l’invito di Marco Pannella a non mollare, dalle 23.55 del 27 marzo e fino all’8 aprile inizierò uno sciopero della fame a sostegno dei contenuti della “II marcia di Pasqua per l’amnistia, la giustizia e la libertà”, dell’iniziativa nonviolenta di Pannella e per chiedere al Consiglio regionale di discutere e votare l’ODG avente quale primo firmatario il consigliere Rocco Vita. Il tutto in fiduciosa attesa di una risposta - non importa se positiva o negativa - da parte del Presidente Vito De Filippo sui temi che abbiamo sottoposto alla sua attenzione.
Il nostro “Carnevale” prevede che si interrompa “la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione” e che si ripristini un minimo di Stato di diritto in un Paese che avverte sempre più i “morsi” e i costi dell’antidemocrazia.
P.S.
Per gli utenti di Radio Rai 1 Puglia segnalo che questa sera alle ore 23.05 verrà replicata la tribuna registrata ieri negli studi Rai di Bari. Peccato, ma davvero, che la stessa sarà epurata dai fuori onda.
Approfondimenti
Dalla Basilicata, per ora, hanno annunciato il loro sostegno alla marcia: i Consiglieri regionali Alessandro Singetta e Nicola Benedetto, entrambi iscritti al PRNTT; il caporedattore del Tgr Oreste Lo Pomo e Pasquale Doria della redazione della Gazzetta del Mezzogiorno di Matera; il sindaco di Lagonegro Domenico Mitidieri, il sindaco di Latronico Egidio Nicola Ponzo(Iscritto al PRNTT) e il sindaco di Tito Pasquale Scavone; il vicesegretario regionale dell’Udc Antonio Flovilla, anch’egli iscritto al PRNTT.
Hanno Detto
Antonio Flovilla, vicesegretario regionale UDC
Sono ormai convinto che l’unica via rimasta, per restituire dignità alla nostra nazione ed al sistema penitenziario,sia rappresentata da un provvedimento di ampia amnistia. Solo così si potrà immaginare di affrontare seriamente un percorso di necessarie riforme riguardanti il pianeta giustizia ed in esso il mondo penitenziario.
Alessandro Singetta, Consigliere regionale Api
“La seconda “Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà” organizzata dal Partito Radicale a Roma per il giorno di Pasqua, ha l’indubbio merito di richiamare l’attenzione sui gravi problemi che interessano il settore giustizia in Italia”.
È quanto dichiarato dal capogruppo in Consiglio Regionale di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta, che ha aggiunto “Purtroppo, sono ormai decenni che la giustizia – sia civile che penale – nel nostro paese versa in uno stato comatoso, nonostante vari (e pressoché inutili) tentativi di riforma.
Processi lunghissimi che spesso finiscono in prescrizione, sovraffollamento nelle carceri (con migliaia di detenuti che vivono in condizioni disumane), milioni di procedimenti pendenti, una sostanziale negazione dei diritti fondamentali dei cittadini.
È necessario intervenire subito, anche con le poche risorse disponibili, per cercare di uscire immediatamente da una situazione che vede l’Italia – costantemente – sottoposta a giudizi negativi ed a condanne da parte dell’Unione Europea.
In questa situazione, amnistia ed indulto (che, per la verità, nel nostro paese non sono mai stati provvedimenti eccezionali, vista la frequenza con cui sono stati disposti) sono l’ultima, estrema ratio, per evitare la bancarotta del sistema giustizia, riducendo il carico processuale ed il sovraffollamento nelle carceri.
Ma è necessario anche proseguire nelle riforme – organiche – di un sistema in continua sofferenza.
Don Marcello Cozzi, referente di Libera e Presidente Cestrim
Non chiediamo scorciatoie, neanche colpi di spugna che cancellino le colpe. Riteniamo però che colonne della democrazia siano non solo la certezza della pena ma anche una giustizia certa per tutti: per i corrotti, per i colletti bianchi dalle mani sporche, per certi insospettabili sempre più intoccabili, per certi servitori dello Stato che hanno preferito le tante forme dell’anti-Stato, e non solo dunque per i delinquenti di strada o anche, sempre più spesso, per i poveri cristi. Gli unici oggi, questi ultimi, – salvo rare eccezioni – ad affollare le nostre carceri e a vivere la giustizia – somministrata magari con un contagocce pluriennale – solo come la faccia sporca di uno Stato vendicativo piuttosto che come l’occasione ultima di riprendersi in mano la vita. È per questo motivo, dunque, che anche noi aderiamo alla Marcia per l’amnistia, la giustizia e libertà.
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