Legalità e trasparenza: Anagrafe dei siti da Bonificare

Siti da bonificare

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario di Radicali Lucani

Potenza Abbiamo tradotto un malessere strisciante e una protesta sotterranea in proposta e iniziativa politica. Abbiamo raccontato in questi anni “I veleni industriali e politici” e la strage di legalità che, per dirla con Marco Pannella, si fa strage di popoli. Abbiamo provato a mostrare il volto nascosto della Lucania fenix, ed è stato questo il nostro modo di rendere omaggio ad una delle più belle regioni d’Italia e di onorare la legalità e lo Stato di diritto. Abbiamo rivendicato il diritto a poter conoscere per deliberare e chiesto il rispetto della Convenzione di Aarhus, delle leggi dello Stato e del dettato costituzionale. Abbiamo detto, e lo ripetiamo, che in materia di tutela ambientale, così come in materia di Giustizia, l’Italia è uno “Stato canaglia” che non rispetta la sua propria legalità. Continueremo a farlo, a dispetto di chi ci vuole muti e di chi quotidianamente attenta ai diritti civili e politici dei cittadini italiani.

Il 5 febbraio del 1997, in attuazione delle direttive CEE 91/156 sui rifiuti, 91/689 sui rifiuti pericolosi e 94/62 sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, viene licenziato il D.LGS n°22, meglio noto come decreto Ronchi. Il comma 12 dell’art. 17 prevede l’istituzione dell’anagrafe dei siti da bonificare.

Circa 2 anni dopo, il 25 ottobre 1999, viene licenziato il Decreto Ministeriale 471, recante “criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati”. Nell’art. 17 del citato D.M. si afferma che “le regioni, sulla base dei criteri definiti dall’Anpa, predispongono entro un anno l’Anagrafe dei siti da bonificare”

Il concetto di anagrafe viene ripreso 7 anni dopo dal Codice dell’Ambiente(D.LGS 152/06), che all’art. 251 recita: “Le regioni, sulla base dei criteri definiti dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), predispongono l'anagrafe dei siti oggetto di procedimento di bonifica.”

A 15 anni di distanza dall’approvazione del decreto Ronchi, la Regione Basilicata - e non solo la Regione Basilicata - risulta inadempiente rispetto all’obbligo di redigere una “Anagrafe dei siti da Bonificare”.

Tutto questo in una regione che nel 2000 vantava oltre 800 siti contaminati, dei quali oltre la metà connessi alle attività di prospezione petrolifera.

Ritenendo di dover onorare il diritto a poter conoscere per deliberare, rendiamo pubblici i dati assolutamente lacunosi fornitici dalla Regione Basilicata, esprimendo l’auspicio che al più presto si dia concreta applicazione a quanto previsto dal legislatore nazionale e dallo stesso piano regionale dei rifiuti approvato nel 2001.

Approfondimenti

Anagrafe dei siti da Bonificare

Servizio Nuovatv, 3 marzo 2012

Servizio Tgr Basilicata, 3 marzo 2012

Nuova del Sud, 3 marzo 2012

Ansa, 3 marzo 2012

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