Siria, Perduca: Riunione amici della Siria troppo tardi, quanti morti ancora prima che si torni al Consiglio di Sicurezza con mandato per CPI?

Dichiarazione del Senatore Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito:
"La riunione convocata a Tunisi del gruppo degli amici della Siria pel 24 febbraio prossimo rischia di dare l'impressione che si voglia far aggravare talmente tanto la situazione in quel paese che alla fine si sarà costretti a prendere le parti di una delle due fazioni in quello che ormai è quasi una vera e propria guerra civile.
Che la Lega araba avesse le sue difficoltà interne, e forti problemi di credibilità, lo dimostra il fatto che il responsabile della missione di osservazione in Siria, il generale sudanese Mohammed al-Dabi, abbia oggi rassegnato le dimissioni dall'incarico dopo le forti critiche espresse da esperti e ong che ne hanno ricordato il ruolo poco trasparente nel conflitto interno del suo paese. Poco cambierà la nuova nomina del nuovo emissario giordano, specie dopo le dichiarazioni di solidarietà armata cogli insorti di Al Zawahiri a nome di Al Qaeda.
Dopo le centinaia di morti in mondovisione di questi ultimi giorni occorre di nuovo tornare al Consiglio di Sicurezza ma non con un testo annacquato o di proposta di transizione diplomatica, ma per attivare come fu fatto colla Libia un anno fa, la giurisdizione della Corte penale internazionale che ha competenza, se il mandato le viene dal Consiglio, anche su quei paesi che non ne hanno ratificato lo Statuto.
Russia e Cina vanno messe colle spalle al muro e fatte esprimere su un testo che, documenti visivi alla mano (magari gli USA potrebbero replicare, questa volta con maggiore crediblità, la famigerata presentazione power-point di Colin Powell colle immagini dei massacri che circolano in queste ore) chieda senza mezzi termini o con riserve diplomatiche al Procuratore generale della CPI Moreno Ocampo di avviare delle indagini per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Dopo che si è purtroppo deciso di abbandonare Saif Al-Islam alla sua sorte libica, la Corte può dedicarsi a questo altro caso di sistematica violazione del diritti umanitario internazionale che viene portato avanti dalle milizie assadiane da quasi un anno.
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