EXPO: bene la riqualificazione della Darsena, ma rivedere le scelte su parco agroalimentare e vie d’acqua per rispettare il voto dei milanesi ai referendum

Nel progetto attuale il parco non c’è (le aree verdi sono solo il 10%). Si possono risparmiare 30 milioni di euro attingendo da pozzi l’acqua per l’evento e reinvestirli per i Navigli, le vere vie d’acqua.
EXPO sostenibile: manca ancora la consulta ambientale.
Dichiarazione di Croci, Cappato e Fedrighini
Milano, 5 febbraio 2012. “Dal progetto EXPO sono spariti il parco agroalimentare e le vie d’acqua – almeno nella loro concezione autentica di eredità permanente per i milanesi.”
L'allarme arriva da Milanosimuove, il comitato promotore dei cinque referendum per l'ambiente e la qualità della vita a Milano, con Edoardo Croci, presidente, Marco Cappato, segretario e Enrico Fedrighini, portavoce.
I referendari hanno presentato un articolato documento con le loro osservazioni alla Regione Lombardia nell’ambito della procedura di VIA.
Dalla lettura del Quadro Progettuale dello studio di impatto ambientale risulta che le sole aree libere, verdi e coltivate previste dal progetto come permanenti sono quelle della collina e dell’altro agroecosistema all’aperto (circa 16.000 mq), a cui va a sommarsi la quota di verde al perimetro del sito, boscata ma non coltivata, per un totale di circa 80.000 mq complessivi (quota di poco superiore al 10% dell’intero sito). Per i restanti elementi di progetto non permanenti, comprese le zone alberate e le altre aree verdi comuni, nonché quelle coltivate dai paesi, è prevista la dismissione a fine evento e la restituzione delle aree in forma di sterrato. Su questa base verrà realizzato il PII post EXPO. Il parco che sarà (sperabilmente) previsto in sede di PII non sarà quindi un’eredità dell’EXPO ma dovrà essere realizzato ex novo sopportando i relativi costi tramite oneri di urbanizzazione.
Per quanto riguarda il sistema idrico, pur apprezzando la destinazione di fondi EXPO per la riqualificazione della Darsena che dovrebbe tornare alla sua funzione di porto, si deve rilevare la definizione ingannevole di “vie d’acqua” nel masterplan EXPO. Si tratta infatti di semplici canalizzazioni di acque per alimentare le zone umide del sito EXPO, di sezione e portata limitata (circa 2 mc/sec), a tratti addirittura in condotta chiusa, e quindi non navigabili. Tale scelta progettuale potrebbe essere agevolmente sostituita dall’utilizzo di pozzi già esistenti ed inutilizzati integrabili con altri di semplice realizzazione nell’intorno del sito, che potrebbero convogliare acque di prima falda (abbondanti e come noto addirittura problematiche per la città) verso le stesse zone umide che si vuole realizzare, con un costo realizzativo enormemente inferiore, con un risparmio quantificabile in non meno di 30 milioni di euro e consentendo così di liberare ulteriori risorse per le vere vie d’acqua e cioè i Navigli. In merito alla fattibilità dell’utilizzo dei pozzi tale tipo di scelta è già stata fatta in passato dal Comune di Milano in un altro sito di grande qualità ambientale qual è il “Bosco in città” dove tutte le aree umide, ricche di flora e fauna spontanea, vengono alimentate dai pozzi dismessi della Centrale Acquedotto di Via Novara.
“Le attuali scelte su parco agroalimentare e vie d’acqua appaiono in contrasto con due dei referendum approvati con il 95% di sì dai milanesi lo scorso giugno. E’ quindi necessario che siano riviste, a partire da un’analisi trasparente delle alternative di fronte ai cittadini con la partecipazione delle associazioni ambientaliste e della comunità scientifica. A questo proposito si rileva che la società EXPO non ha ancora provveduto a istituire la consulta ambientale prevista dai dossier di candidatura e di registrazione, una inadempienza nei confronti del BIE, ma soprattutto una grave lacuna per garantire un’EXPO sostenibile. La consulta avrebbe dovuto esprimersi su tutte le scelte sin dalla fase iniziale".
"L'Expo rappresenta una grande opportunità per il futuro di Milano, ma per cogliere questa opportunità bisogna avere la capacità di assumere le decisioni giuste ora”.
Tra l’altro a gennaio il Consiglio regionale, su proposta del consigliere Enrico Marcora, ha deliberato di impegnare la Giunta a “destinare una parte consistente dei circa 175 milioni previsti nel budget per EXPO 2015 per la realizzazione della via d’acqua, alla risistemazione della Darsena, alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei Navigli e alla riapertura, ove possibile, dei Navigli nel centro della città di Milano”. Milanosimuove auspica che anche il Consiglio comunale di Milano adotti analoga deliberazione.
Nelle osservazioni presentate dal Comitato promotore dei referendum si toccano inoltre altri aspetti con la finalità di realizzare un’EXPO davvero sostenibile e lasciare un’eredità positiva ai milanesi.
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