Bolognetti su inchiesta "Toghe lucane bis"

Tribunale, aula

di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani: 

Non so quanto ci sia di penalmente rilevante nella cosiddetta inchiesta “Toghe lucane bis”. Probabilmente niente. Certo non può essere considerato reato il fatto che un deputato di lungo corso del Pd lucano incontri in un autogrill un ex agente dei servizi e magari non esiste nemmeno l’ipotizzata associazione segreta. Quello che emerge, però, dai racconti della stampa è uno spaccato fatto di dossier e contro dossier, pizzini e ricatti più o meno incrociati. Insomma, un affresco – l’ennesimo – del sedicente modello lucano: una realtà imputridita, marcita sotto il sole di un regime dove il confine tra partitocrazia e magistratura è piuttosto indistinto. Una realtà che assurge a simbolo di quella peste italiana che nega diritto, legalità, democrazia e conoscenza. La sensazione ultima è quella di una gigantesca guerra tra bande dove non c’è spazio per la giustizia e dove tutto può diventare un corpo contundente da sbattere sulla testa del nemico da abbattere. Di certo nel Copasir dalemiano ha trovato posto anche uno dei campioni dell'Idv: il senatore Felice Belisario.

Ma il gioco delle parti, delle bande e delle faide di regime prevede proprio questo: la lottizzazione di ogni anfratto da parte delle fameliche truppe di regime che hanno messo in ginocchio un intero paese. Sono gli stessi che all'ammnistia per la Repubblica, proposta dai radicali, preferiscono l'amnistia clandestina e quasi sempre di classe prodotta dalla bancarotta della giustizia che denunciamo da anni.

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