L’immigrazione è una risorsa. Via la tassa e legalizzare i 544 mila lavoratori senza permesso

Fa bene il Governo a ripensare le politiche sull’immigrazione, a cominciare dalla tassa sul permesso di soggiorno.
Una tassa per lavorare è una follia in un Paese che vuole crescere e la cui economia avrebbe bisogno di 260 mila nuovi lavoratori stranieri l’anno per i prossimi 10 anni.
Già oggi almeno 10 miliardi di euro entrano annualmente nelle casse dello Stato grazie ai cittadini stranieri, a cui vanno aggiunti i costi amministrativi per i permessi di soggiorno e le regolarizzazioni. La regolarizzazione di colf e badanti avviata nel 2009, ad esempio, con 294.274 domande presentate ha fruttato allo Stato 353 milioni di euro.
Anziché tassare, bisognerebbe programmare la regolarizzazione dei 544 mila stranieri che lavorano in nero perché privi di permesso di soggiorno e che rimangono così alla mercé di imprenditori senza scrupoli e della criminalità.
Quanto a Maroni, farebbe bene a tacere. Non gli basta che il fallimento delle sue politiche sull’immigrazione sia stato sancito, oltre che dai fatti, dall’Unione europea, dalla Corte di giustizia e dalle Corti dei diritti umani?
L'unica cosa buona che aveva fatto, cioè accettare la nostra proposta di passare la competenza sul rilascio dei permessi di soggiorno dalle questure ai Comuni (al termine di un lungo sciopero della fame condotto da Gaoussou Ouattarà e migliaia di immigrati contro la violazione delle leggi sui tempi di rilascio), è ferma da tempo in Commissione al Senato perchè in quel caso scelse il disegno di legge anzichè il decreto con cui era solito legiferare.
Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani.
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