Giustizia/Radio Radicale, Pannella: “Le Camere devono essere UFFICIALMENTE informate dell’urgenza di rimuovere subito il pregresso di 10 milioni di procedimenti penali e civili pendenti!”

“Credo che vadano fissati degli obiettivi, attraverso la Radio (in questo momento non abbiamo altra sede) alla classe dirigente – che è ampia e che coincide con quella dei militanti – della Galassia Radicale e del Partito Radicale in primo luogo.
Quello che sta divenendo chiaro è che in Italia esiste oggi la totale negazione della pratica democratica – con assoluta buona fede, in primo luogo e in assoluta continuità storica, del Presidente della Repubblica, i cui valori hanno portato anche noi a presceglierlo come Capo dello Stato. Diamoci quindi alcuni obiettivi:
1) Avrei bisogno che nelle prossime ore si faccia un controllo ulteriore in tutte le delibere della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU), l’organismo istituzionale che difende la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
È chiaro che la Corte – sottolineando come da trent'anni l'Italia è contro e fuori i Diritti Umani, la Legge – continua a condannarci a partire dalla questione del diritto, cioè dell'amministrazione della giustizia: e lo fa rivolgendosi non genericamente all'Italia, ma alle autorità istituzionali italiane!
Anche al Presidente della Repubblica dobbiamo dare questo contributo, fargli leggere delle frasi, raccoglierle noi. Nel 2007 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa addirittura «ha deciso di mantenere queste cause al proprio ordine del giorno fino alla efficace messa in opera delle riforme e fino a quando l’inversione di tendenza sul piano nazionale sarà completamente confermata». Dinanzi a questo, il comportamento delle autorità italiane è tale che nemmeno i meccanismi costituzionali più abituali, più scontati vengono utilizzati. Per rispetto della CEDU! – non parliamo del rispetto della nostra Costituzione, che lo avrebbe non solo contentito, ma richiesto, signor Presidente!
Dopo le cose che hai detto, hai intuito il 28 luglio scorso – che noi siamo fuori della legalità, in una situazione di flagranza criminale oltre che criminogena, che ti portò a parlare di «prepotente urgenza» – ti sei occupato invece (mirabilmente, perché ne hai la capacità) di supplire le funzioni del Presidente del Consiglio, integrandole, difendendoci sul piano economico-sociale; funzioni che però non ti riguardano minimamente, in quanto Garante dei diritti!
Noi continueremo a reiterare la richiesta di AMNISTIA – come da trent'anni e oggi con la lotta ormai generalizzata di tutte le forze impegnate seriamente, responsabilmente – l’unico strumento attualmente proposto per ottemperare a questo ordine della giurisdizione europea, che noi stiamo ridicolizzando: colpendo non solo l’Italia, Presidente Napolitano, ma anche quell’Europa che tu sei convinto di amare, ma che anche tu contribuisci a sputtanare!
A questo punto un messaggio del Presidente della Repubblica alle Camere diventa atto dovuto, perché la Costituzione glielo pone! Il Parlamento, Presidente, il tuo interlocutore costituzionale e istituzionale, deve sapere! Tu hai detto che non è problema tuo, che è problema dei partiti. Ma scherziamo? Le Camere devono essere ufficialmente informate dell’urgenza di rimuovere subito il pregresso che si è accumulato di 10 milioni di procedimenti penali e civili pendenti. C'è una proposta, l’AMNISTIA, condivisa da tutti tranne che dalla immonda realtà partitocratica, che ha finito e continua a finire di distruggere residui civili di democrazia, di rispetto della legge nel nostro Paese. Su questo, l'obiettivo Radicale, il contributo Radicale è questo: basta che tu trasmetta alle Camere la diffida costante che è tanto tempo che ci viene fatta dalla CEDU, dall’autorità giurisdizionale europea, prioritaria anche per l'Italia!
2) Gli “italiani brava gente”, quelli che ci sputavano, mi sputavano – che abbiamo potuto prendere a testimoni della loro situazione e della nostra e ai quali, per nostra iniziativa, abbiamo dato una funzione esplicita di attori, perché divenissero attori responsabili delle loro funzioni – erano convinti che noi avevamo votato a favore di Berlusconi, che noi eravamo corrotti, ecc... Gli “italiani brava gente”, come nel 1939/1940, conoscevano solo questa verità.
Così come conoscono la questione, così brillantemente trattata da L’Unità e dal Manifesto, degli assegni che riscuoto dalla partitocrazia – e sulla equiparazione che viene fatta fra la condizione di Radio Radicale e quella degli 80 organismi di stampa diocesana e di altri 15 organismi oggetto di una lettera, di un’azione sindacale al Presidente della Repubblica (che ha subito non solo risposto, ma corrisposto!). Fra le due situazioni, c'è una differenza.
La maggioranza assoluta – lo dico a L’Unità, e con rispetto parlando! – dei Parlamentari del PD (ma tanti sono anche del PdL) alla Camera e al Senato, hanno richiesto, richiedono – tanto da costituire ad oggi il 62% dei Parlamentari italiani, quasi i 2/3! – che venga rinnovata la convenzione con Radio Radicale; dopo che come ultimo atto di impotenza – perché sono convinto che sia Gianni Letta, sia Berlusconi in realtà avrebbero voluto rinnovarla – il precedente Governo ha fatto un’elemosina di 3 milioni di euro, per buttare la responsabilità sulle spalle dell’allora imminente futuro Governo.
Il nuovo Governo, Presidente Monti, lo scorso 16 dicembre alla Camera, ha dichiarato di fare propria la richiesta del rinnovo della convenzione; la convenzione, compagni de L’Unità, compagni del Manifesto, è quella richiesta dalla maggioranza assoluta dei Parlamentari, che con nuove leggi elettorali voi volete dimezzare!
La convenzione cos’è? È un contratto. In questo contratto c'è un dare e un avere: le valutazioni finanziarie di ciò – da tutti i Governi, di sinistra e di destra – da vent’anni e più venivano confermate come convenienti per lo Stato, per la democrazia, per il Parlamento. La notizia invece è che il Governo ha fatto una sola cosa: ha stanziato sì 7 milioni per il 2012, non per integrare la convenzione, ma per potere continuare a non rinnovarla!
Una convenzione, un contratto che prevede un piano di lavoro, di impegno, di strutturazione, di attività, per 10,2 milioni di euro l’anno: per fornire quell'unica possibilità per il Parlamento di essere conosciuto, valutato, apprezzato – non per le cose che di esso vengono dette, ma soprattutto e solo per le cose che il Parlamento, parlando e potendo essere ascoltato, dice e fa!
Noi abbiamo contratti regolari, noi abbiamo un'azienda: ha iniziato questa azienda a svolgere un servizio pubblico in modo pirata, perché né la Iotti né Ingrao potevano accettare che noi – dinanzi a un Parlamento che si rassegnava ad esser letto, sui verbali di Gazzetta Ufficiale, sì e no da un migliaio di persone su 60 milioni di italiani – trasmettessimo le sedute del Parlamento italiano. Per dieci anni (prima del riconoscimento della convenzione), gratuitamente, lo abbiamo fatto, sviluppando un know how che è proprio del corpo redazionale di Radio Radicale. Ora, quel contratto ci è negato! Ora occorre difendere i Parlamentari! “Unità” non quella vostra, ma dei vostri elettori, per Dio!
Il problema quindi è difendere il lavoro, l'opera, il know how, l’impegno. Queste due sono le priorità. Far conoscere la verità – della storia, personale e quindi politica – del lavoro, della formazione.”
L'intervento integrale di Marco Pannella
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