Ici, Turco: noi siamo per l'abolizione della legge perchè la riteniamo contraria alle direttive comunitarie e quindi riteniamo l'esenzione un privilegio e non un diritto anche se a goderne è anche la Chiesa Cattolica

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Dichiarazione di Maurizio Turco, deputato radicale

 

L'articolo del Direttore de l'Avvenire ha giustamente avuto vasta eco e risonanza. Non intendo però polemizzare sul contenuto e sulla costruzione logica dello stesso non ritenendomi e non ritenendo la Chiesa la controparte.

Vogliamo però chiarire che c'è una legge dello Stato che noi riteniamo essere contraria alle direttive comunitarie.

Con il fiscalista Carlo Pontesilli e l'avvocato Alessandro Nucara abbiamo esercitato il diritto di cittadini europei e lo abbiamo denunciato alla Commissione europea.

Tardando la Commissione europea a dare una motivazione politica, ché sulla parte tecnica non può esserci funzionario europeo che non possa far altro che accertare la violazione, abbiamo esercitato il diritto di ricorrere al Tribunale di primo grado della Corte europea di giustizia.

Il Tribunale ha intimato alla Commissione di chiudere in un tempo congruo la pratica, cioè di decidere e motivare la sua decisione. Se la Commissione europea prenderà una decisione politica eserciteremo il diritto di ricorrere alla Corte europea di giustizia. Detto questo siccome riteniamo la legge una legge che viola le leggi comunitarie riteniamo che l'esenzione parziale sia un privilegio e non un diritto anche se a goderne è la Chiesa cattolica. E sappiamo benissimo che la violazione delle direttive comunitarie non avviene da parte della Chiesa ma dello Stato. E noi lo Stato abbiamo denunciato alla Commissione europea mica la Chiesa.

Inviterei quindi il quotidiano dei Vescovi a non continuare a voler provocare risentimenti antireligiosi che, comunque, non sono nel nostro sentire e nel nostro agire. Anticlericali sì, ma perché esiste un clericalismo simoniaco che ammazza la religiosità."

  

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