Giustizia, Bernardini: “Pd ascolti Giuristi Democratici su amnistia, misure alternative e depenalizzazione”

La deputata Radicale intervenuta oggi all’Assemblea Generale dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici”.
I Giuristi Democratici - lo ha detto il Presidente nazionale Roberto Lamacchia nella sua relazione introduttiva - si schierano a favore della proposta di amnistia, come strumento per superare l'attuale stato di degrado della situazione carceraria, ma è evidente che il provvedimento, da solo, non è certo sufficiente a risolvere il problema che, inevitabilmente, si riproporrebbe dopo qualche tempo, in assenza di modifiche di diritto sostanziale che riducano l'area di punibilità di certe condotte prive di pericolosità sociale, con depenalizzazione di tutta una serie di reati ancora previsti dal nostro ordinamento o palesemente iniqui, come le norme sull'immigrazione.
Devono, poi - ha detto il Presidente Lamacchia - essere incrementate sia le misure alternative alla detenzione, sia la loro effettiva concessione. Il carcere deve diventare l'estrema ratio del potere punitivo dello Stato e, comunque, la relativa sanzione deve essere eseguita sempre nel rispetto della dignità umana ed avendo di mira quell'opera di rieducazione imposta dall'art. 27 della Costituzione. Anche quando le esigenze di sicurezza impongono particolari limitazioni, come nel caso dell'applicazione del regime di 41 bis, le limitazioni alla libertà e alla dignità dell'individuo devono sempre essere mirate alla salvaguardia di quelle esigenze di sicurezza e non volte ad ottenere uno stato di annullamento della personalità del detenuto, per gravi che siano i reti contestatigli.
La deputata Radicale Rita Bernardini, intervenuta oggi all'Assemblea Generale dell'Associazione Nazionale Giuristi democratici, a proposito di questa importante presa di posizione, ha dichiarato:
"Mi auguro che il Pd - del cui gruppo parlamentare faccio parte con la delegazione radicale - presti l'ascolto dovuto alle parole del Presidente dei Giuristi Democratici. E' indubbio, infatti, che come radicali, fino a questo momento, abbiamo trovato solo chiusure sia in sede di partito che di gruppo parlamentare. Eppure si tratta dell'affermazione di diritti umani fondamentali, di porre fine alla flagrante violazione della Costituzione italiana e delle convenzioni europee e transnazionali. Si tratta, insomma, della democrazia e dello stato di diritto la cui mancata affermazione mortificano la vita di milioni di italiani che hanno a che fare con una giustizia "ingiusta" che produce 180.000 prescrizioni all'anno e un "debito" da parte dello stato nei confronti dei cittadini parti a 5.400.000 procedimenti penali pendenti e altrettanti nel civile; una giustizia che "sequestra" l'intera comunità penitenziaria fornendoci quotidianamente un macabro bollettino di morti, suicidi, disperazione.
D'altra parte tutti dovrebbero prendere atto che si allarga ogni giorno di più l'area della consapevolezza rispetto alla necessità di un provvedimento di amnistia: non solo la comunità penitenziaria cioè di tutti coloro che il carcere lo vivono quotidianamente, non solo le associazioni e il volontariato, non solo oggi i giuristi democratici, ma anche Comunione e liberazione con la rivista Tempi, impegno recentemente suggellato dall'incontro Pannella-Amicone”.
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