Bolognetti su "okkupanti" e "liberatori"

12 Novembre, festa

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani: 

Perdonate l’eresia, ma questo clima da festa di liberazione non lo capisco. Credo sia quanto meno azzardato paragonare il 12 novembre 2011 al 25 aprile del ‘45. Di partigiani della democrazia e della libertà in giro ne vedo pochi. Al massimo posso provare ad immaginare Tonino di Pietro come uno di quelli che si accanirono sul cadavere di Benito Mussolini in Piazzale Loreto. Liberazione nazionale? E da cosa? Cosa si festeggia, la liberazione da un ventennio consociativo, ben rappresentato dalle dichiarazioni rese da Luciano Violante alla Camera dei deputati il 28 febbraio del 2002? Per chi come me vorrebbe liberare questo paese dal sessantennio partitocratico descritto ne “La Peste Italiana”, risulta difficile identificarsi in liberatori che assomigliano in maniera sinistra agli “okkupanti”. Riesce difficile identificarsi nel sorriso durbans di Floris e dei pogrom mediatici trasmessi a reti unificate e unificanti in queste ore.

Ieri, un manipolo di radicali ha manifestato fuori alla sede Rai di viale Mazzini; non mi sembra di aver visto traccia alcuna dell’intervista con Marco Pannella, e nessuno, dico nessuno, ha riferito dei contenuti del Sit-in. Intanto, Floris intervistava il “liberatore” Tony Blair, mentre i resistenti radicali provavano a ricordare che “l’esilio di Saddam era ormai certo”.

Si è spesa una parola in queste ore sullo stato della democrazia in questo paese, che è democrazia reale non solo grazie a Silvio? Si è spesa una parola sulla giustizia, sulle carceri, sulla prepotente urgenza invocata e poi dimenticata dal Presidente Napolitano? Si è spesa una parola sulla necessità di cambiare una legge elettorale infame, voluta da tutte le gambe e articolazioni della piovra partitocratica?

Chi sono gli animatori di questo sedicente “CLN”, se non coloro che hanno negato elezioni democratiche e la possibilità di poter dibattere di temi importanti, fondamentali, per il futuro di questo paese?

Ieri sulle reti Sky si è ripetuto in maniera ossessiva che fuori ai palazzi della politica c’era un “clima da Stadio”. A preoccupare, il fatto che il tono del commentatore fosse piuttosto compiaciuto. Forse più che a questa “povera patria”, il giornalista pensava al derby capitolino. Ecco, il “clima da stadio” è quello che hanno costruito, quello che vogliono, quello che piace. Ci vorrebbero tutti abitanti di un circo in attesa che l’imperatore faccia pollice verso.

Dov’è la “terza repubblica” di cui qualcuno parla in queste ore? Al massimo, nella migliore delle ipotesi, stiamo vivendo il secondo tempo supplementare della prima, in attesa dei calci di rigore.

Verrebbe da chiedersi se quella in corso sia “guerra” di liberazione o piuttosto mero regolamento di conti tra bande di regime.

Intanto, da tutto il mondo, gruppi di resistenti in lotta per la libertà e la democrazia manifestano il loro sostegno a Marco Pannella candidatosi al Ministero della Giustizia. Ma chi lo sa? E soprattutto quanti avranno la possibilità di conoscerne le ragioni?

E allora gioverà ripetere: “Senza democrazia non ci sono elezioni, ma solo violente finzioni contro i diritti civili e umani”.

Viva il CLN...quello vero, quello RADICALE!

Approfondimenti

L’esilio di Saddam era ormai certo

Attenzione! Senza democrazia non ci sono elezioni

Marco Pannella Ministro della Giustizia

Luciano Violante, 28 febbraio 2002

Sit-in Radicale davanti alla sede Rai

Intervento Bernardini alla Camera dei deputati



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