Crisi: Senatori Radicali, che si perdoni il Vaticano che non sa cosa sia il liberismo, ma che pratica da sempre ciò che critica. Presenteremo emendamenti al decreto sviluppo (anche) contro privilegi della Santa Sede

Vaticano
  • Dichiarazione dei Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti: 

"Il Pontificio consiglio per la giustizia e la pace ritiene che l'attuale crisi sia generata da "ideologie liberiste" sostenendo che il mondo sia stato spinto "in questa direzione estremamente problematica, anche per la pace, innanzitutto da un liberismo economico senza regole e senza controlli [...] una forma di 'apriorismo economico' che pretende di prendere dalla teoria le leggi di funzionamento del mercato e le cosiddette leggi dello sviluppo capitalistico esasperandone alcuni aspetti".

E pensare che a inchiodare il mondo alla croce del debito pubblico e dell'impunita' pei poteri forti e' proprio il contrario del liberismo che, lungi dall'essere 'apriorismo economico' e' un insieme di regole che vogliono affrontare i conflitti di interessi, limitare le posizioni dominanti e sanzionarne eventuali abusi sulla base di normative che pongano l'individuo, o come direbbero Oltretevere, la "persona umana" al centro della regolamentazione transnazionale.

Favorevoli come siamo all'amnistia per la Repubblica - e non solo - invochiamo il perdono per il Pontificio consiglio perche' manifestamente parla di cose che non conosce (nella migliore delle ipotesi), e perche' pratica da sempre il contrario di cio' che predica, allo stesso tempo ci permettiamo di anticipare alla Santa Sede un pacchetto di emendamenti al decreto sviluppo che, in virtu' di una visione liberale e liberista, aiutera' a togliera' molti dei privilegi, vedremo se anche quelli finanziari, che oggi consentono al Vaticano di non pagare mai dazio per la concorrenza sleale che puo' praticare contro piccole e medie imprese italiane nel settore turistico, ma di fare a reti unificate "buoniste" prediche di governo globale, magari fondato sui valori giudaico-cristiani.

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