Cassese. Bonino, Pannella e Stanzani: ci lascia un militante del diritto penale internazionale fondamentale per la lotta contro l'impunità

Emma Bonino, Marco Pannella e Sergio Stanzani a nome del Partito Radicale Nonvolento, Transnazionale e Transpartito e Non c'e' Pace senza Giustizia vogliono ricordare Antonio Cassese nel giorno della sua scomparsa come "un giurista militante col quale oltre 20 anni fa avviammo quel lavoro che di li' a poco, nel mezzo della guerra yugoslava e del ganocidio ruandese, avrebbe portato il Consiglio di Sicurezza a creare i Tribunali ad hoc per la ex-Yugoslavia e il Ruanda, e le Nazioni unite ad accellerare la stesura finale dello statuto della Corte penale internazionale.
Cassese univa le sue internazionalmente riconosciute doti giuridiche alla sensibilita' di chi capisce che occorra "militare politicamente" per dare impulso alle riforme necessarie nel momento necessario associandosi a mobilazioni transnazionali come quelle che l Partito Radicale e Non c'e' Pace senza Giustizia lanciarono fin dai primi anni '90 per rispondere colla forza della Legge alla legge della forza e dell'impunita' che vigevano grazie all'inanita' della comunita' internazionale a partire dall'Unione europea.
Cassese, che fu poi presidente del Tribunale per la ex-yogoslavia e successivamente presidente della Corte speciale per l'omicidio Hariri, continuo' sempre la sua opera "politica" in particolare per l'inclusione del reato di tortura nel codice penale italiano a oltre 20 anni dalla ratifica della Convenzione Onu.
A lui e ai suoi cari va un pensiero affettuoso dai suoi compagni di lotta per l'affermazione di un diritto penale internazionale giusto che ha consentito di porre fine all'impunita' per i peggiori crimini contro l'umanita'. La triste notizia della morte di Cassese si aggiunge all'altrettanto drammatica notizia dell'uccisione di Gheddafi, sulla cui sorte processuale avremmo voluto a lungo discurere col Professore relativamente alle responsabilita' del Colonnello nella repressione delle rivolte della primavera scorsa ma anche del ruolo che Gheddafi gioco' nel 2003 per boicottare la pace in Iraq, guadagnabile coll'esilio di Saddam Hussein, e favorire la multimiliardaria e fallimentare impresa irachena di Bush, Blair e soci. Continueremo anche in onore di quanto fatto assieme a cercare le necessarie verita' processuali e storiche convinti come siamo che una pace duratura sia possibile solo se fondata sulla giustizia giusta e la protezione e promozione dei Diritti Umani storicamente acquisiti colle lotte che ci hanno visto fianco a fianco col Professor Cassese.
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