Idv ovvero la stampella di regime

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
La politica dell’IDV è fondamentalmente quella del “ricatto” partitocratico. Si ergono a garanti di non so quale ordine e quale legalità e poi incassano le royalties. Il senatore Felice Belisario pone la “questione morale”, ma non si tira certo indietro quando c’è da partecipare alle pratiche lottizzatorie e spartitorie basate sull’intramontabile manuale cencelli. Suoi, in quota Idv, due commissari di quell’Alsia che, pur avendone diritto, continua a non chiedere la restituzione dei terreni alla Marinagri spa o il corrispettivo in denaro per un ammontare di qualche decina di milioni di euro. Il Felice nazionale parla di legalità e Stato di diritto, ma non proferisce verbo quando nel 2010, per ben due volte, il Consiglio regionale della Basilicata cambia la legge elettorale a ridosso del voto in aperta violazione delle chiare indicazioni del Consiglio d’Europa sulla materia. Toccò ai radicali, a Rita Bernardini e al sottoscritto, sollevare – tra l’altro – rilievi di incostituzionalità, che furono recepiti e costrinsero ad un rapido dietrofront.
Più che L’Italia dei valori verrebbe da definirli l’italia dei garanti: lo sparring partner ideale che spesso abbaia solo per ricevere un “ossicino” da spolpare.
Si fa un gran parlare della decisioni radicale di partecipare al voto di fiducia, e qualcuno ha avuto il coraggio di chiamarci venduti solo perché la nostra non è la politica delle trappole e dei trucchi. Venduti a chi e a cosa? Una volta di più abbiamo onorato la politica e la nobiltà della politica, le istituzioni repubblicane e il Parlamento, tanto è bastato per scatenare un’ignobile linciaggio, che ha palesato - ove mai ce ne fosse stato bisogno - quanto sia vera l’analisi fatta da Marco Pannella e dai Radicali sul sessantennio partitocratico e su un paese che sprofonda sempre più nelle sabbie mobili della democrazia reale e dell’assenza di legalità e stato di diritto. Gli sputi ricevuti da Marco sono figli di una campagna d’odio e del reiterato attentato contro i diritti civili e politici dei cittadini italiani. A volte in questo benedetto paese si ha la sensazione di assistere a delle autentiche purghe accompagnate dall’olio di ricino di chi si erge più o meno consapevolmente a manganello di regime. A volte si ha la sensazione di assistere a una sorta di riflesso pavloviano.
L’Italia dei valori, autentica garante dello status quo, dopo i fatti di Roma ha manifestato il suo ruolo di stampella del regime: hanno tirato in ballo Reale facendoci ascoltare l’eco dell’Italia delle leggi speciali. Evidentemente a lor signori non basta Belisario opportunamente convocato alla corte del Copasir.
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