I veleni lucani, Bolognetti: Questa volta niente omissis

“Il forno rotante di Fenice è stato alimentato in questi anni da un sistema che ha negato legalità, Stato di diritto, democrazia e conoscenza”.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani e autore del libro “La Peste Italiana. Il Caso Basilicata”
Il “Caso Fenice” ormai scivola sempre più verso la farsa. Dopo le chiamate di correo fatte da chi ha deciso di dismettere i panni di capro espiatorio, dopo i non so, i non ricordo, i “dovrei sapere, ma non so”, il consiglio regionale ha deciso di varare una commissione d’inchiesta per fare definitiva luce su responsabilità e omissioni. Che dire? A me sembra che le responsabilità siano talmente chiare e diffuse che forse una commissione più che far luce potrebbe addirittura occultarle. Con un pizzico di pessimismo affermo che in Italia, di solito, le commissioni d’inchiesta si creano per seppellire la verità, e certo non starò qui a citare il “Caso Moro” con le due relazioni, una delle quali a firma del solo Leonardo Sciascia, allora deputato radicale.
L’unico modo per dare un senso a questa commissione d’inchiesta sulla vicenda dell’inceneritore Fenice è quello di rendere la stessa una casa di vetro, con dirette audio-video e stenografici disponibili in rete. Occorre coinvolgere un’intera regione, perché un’intera regione ha il diritto di sapere.
Non ci è piaciuto dover leggere nei verbali che riportano le audizioni tenute dalla terza commissione consiliare – dove opportunamente i radicali non sono stati auditi – un lungo elenco di omissis.
Ecco, diciamo fin d’ora al Presidente della istituenda commissione che vorremmo essere ascoltati, perché sul tema di cose da dire ne abbiamo tante.
Ci auguriamo che le prese di posizione di queste ore non siano da ascrivere alla voce kamasutra partitocratico e che alle parole seguano fatti e atti concreti.
La stessa Provincia di Potenza non può non assumersi le responsabilità, che pure le competono, e tutti dovrebbero ricordarsi che questa regione è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea proprio per trucchetti simili a quelli adottati nella vicenda Fenice. Rilasciare l’Aia alla Edf significa consegnare a lor signori una licenza di uccidere.
Per onestà intellettuale non si possono circoscrivere le responsabilità di tutto ciò che non ha funzionato al solo Sigillito e alla sola Arpab. L’Agenzia regionale per la non protezione dell’Ambiente, opportunamente lottizzata a 360° dalle locali truppe partitocratiche, è solo il luogo dove si fa il lavoro sporco. Non a caso, l’ex direttore Sigillito ha tenuto a ricordare una comunicazione inviata alla Regione nel marzo del 2007.
Ci chiediamo: questa volta, mentre la Procura di Potenza indaga da tempo, la Procura di Melfi interverrà o si aggrapperà di nuovo al “senso di responsabilità”?
Il forno rotante di Fenice è stato alimentato in questi anni da un sistema che ha negato legalità, Stato di diritto, democrazia e conoscenza. Parafrasando Marco Pannella, affermiamo una volta ancora che la strage di legalità non poteva che tradursi in strage di popoli.
Approfondimenti
"Questa volta niente omissis" (Radio Radicale, 4 ottobre 2011)
Rivelazione del segreto o diritto di informare i cittadini (Il Quotidiano, 5 ottobre 2011)
Fenice, le amnesie di Mancusi (Il Quotidiano, 5 ottobre 2011)
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