Basento - Di Trani ordina, Zamparutti interroga il Governo. Bolognetti: "Disastro ambientale"

Val Basento

da Pisticci.com

di Roberto D'alessandro

A dieci giorni dalla moria di pesci nel Basento, qualcosa inizia a muoversi nelle sfere istituzionali. Dopo la nostra approfondita attività di informazione, parallelamente a quella condotta dal Quotidiano della Basilicata, sull’intera vicenda, la questione è arrivata all’interesse del governo. L’onorevole Elisabetta Zamparutti, sulla scorta delle informazioni diffuse in questi giorni, ha rivolto una interrogazione al Ministro della Salute ed al Ministro dell’Ambiente per sapere “di quali ulteriori informazioni dispongano i Ministri interrogati in merito ai fatti di cui in premessa e quali urgenti misure i Ministri interrogati intendono adottare a tutela della salute e dell’ambiente nella zona interessata all’inquinamento e per il ripristino di condizioni di legalità ambientale e sanitaria”.
Anche al sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, erano arrivate alcune sollecitazioni. In particolar modo il consigliere di Fli, Domenico Lazazzera, ha chiesto ai colleghi, al sindaco ed alla presidenza del Consiglio di discutere l’argomento in un’apposita seduta consiliare. Mentre il consigliere di Patto Democratico, Roberto Cammarota, ha interrogato ufficialmente il sindaco per sapere quali provvedimenti siano stati presi, in seguito alla recenti notizie di stampa, per impedire l’utilizzo dell’acqua del fiume per abbeverare gli animali, irrigare i campi ed andare a pesca. “In particolar modo – aveva detto Cammarota – ho chiesto conto dell’eventuale emissione di una qualche ordinanza utile a tale scopo”.
Ieri è arrivata una prima risposta, in una nota congiunta del sindaco Vito Di Trani e dell’assessore all’ambiente Antonio Capistrano.
"L'Amministrazione Comunale – si legge - ha richiesto all'Arpab i risultati delle analisi riguardanti le campionature effettuate sul fiume Basento. Alla luce di dati certi, adotteremo le giuste decisioni che puntano alla tutela ed alla salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini.
In via cautelativa, comunque, l'Amministrazione emetterà subito una ordinanza che intima ai cittadini di non usufruire delle acque del Basento, né per la pesca, né per l'irrigazione, né per usi zootecnici". “Non c’è alcun problema – aggiunge il primo cittadino - a discutere la questione in Consiglio Comunale. Ma posso già anticipare che dal nostro punto di vista è di fondamentale importanza ricercare e punire gli autori dello sversamento. E se sarà appurato che il fiume è inquinato anche nel tratto che scorre nel nostro territorio potremmo costituirci parte civile. La giustizia dovrà fare il suo corso nel rispetto dell’ambiente e delle persone”.
A circa dieci giorni dalla moria di pesci, tuttavia, pur non essendo pervenuti al Comune dati ufficiali, l’evidenza e le notizie già trapelate sono indicative di un pessimo stato di salute del fiume. Una tempistica più rapida, considerato che greggi e mandrie continuano ad abbeverarsi nel Basento e che quell’acqua viene utilizzata, da qualche agricoltore, per irrigare i campi, sarebbe stata più efficace. Ma se a Pisticci quantomeno l’argomento è diventato un tema caldo, da altre istituzioni, limitrofe e sovraordinate, non è ancora pervenuta una presa di posizione ufficiale. D’altra parte risulta a questo giornale che i dati dell’Arpab sono stati già in buona parte consegnati ai Carabinieri. Per istituzioni come i Comuni e la Provincia non dovrebbe essere difficile accedervi, tanto più che di fronte ad una emergenza del genere il tempo non gioca a favore.
Sulla questione Basento si registra, infine, l’intervento di Maurizio Bolognetti, della direzione nazionale dei Radicali Italiani.
“L’ennesima moria di pesci verificatasi in terra di Basilicata – si legge in una nota - è ancora una volta la cronaca di un disastro ambientale annunciato. Annunciato di certo dai numerosi reportage che nel 2009 ebbi a realizzare nella val Basento dei veleni e di una bonifica che sembra non arrivare mai. Il nome dell’azienda di Ferrandina, che da tempo inquina con i suoi scarichi industriali il più importante fiume della Basilicata, ahimè, era, è e resta tabù.
Nel 2009, quel nome provai a pronunciarlo e in poco tempo mi ritrovai a confrontarmi con una reazione violenta e scomposta. Ci fu anche un buontempone che, nascondendosi dietro la maschera dell’anonimato, ebbe ad augurarsi di poter partecipare al mio funerale.
A commento di un reportage dalla Val Basento scrissi: “Ci auguriamo che le immagini, più che le parole, possano produrre una reazione e una riflessione. La scarsa lungimiranza del ceto partitocratico lucano ha prodotto disastri e sperpero di denaro pubblico. A pochi chilometri in linea d’aria dallo stabilimento Mythen c’è l’area industriale della Felandina, con capannoni costruiti da anni e non utilizzati: un buco nero che ha inghiottito decine di milioni di euro. La peste lucana continua a mietere vittime, e un intero ceto dirigente, più che pensare alle bonifiche, pensa alle consulenze e ad arricchire il portafoglio clienti. Sono i disastri prodotti da un sistema di potere corrotto e corruttore. I veleni che inquinano le falde e i fiumi lucani, l’aria e la terra di Basilicata, si moltiplicano grazie all’assenza di legalità e stato di diritto. Le ecomafie, in un contesto degradato, trovano di certo terreno fertile per i loro affari”. 
Speriamo solo che qualcuno non provi a raccontarci, tra qualche settimana, che i pesci del Basento si sono suicidati in massa per solidarizzare con quelli del Pertusillo”.
 
Approfondimenti
Basento, Bolognetti chiede indagini sulla moria dei pesci (Gazzetta del Mezzogiorno, 29 settembre 2011)

 



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