Siria, Perduca: Alle pessime notizie delle stragi di Assad si aggiunge la formazione dell'esercito di liberazione di Assad. La comunità internazionale sostenga la lotta nonviolenta di liberazione della Siria

"Si apprende dal Washington Post che un alto militare siriano dal nome Asaad avrebbe messo insieme un esercito di circa 10mila di ex soldati del regime per proteggere i civili dagli attacchi militari che ormai dal mese di marzo caratterizzano in una decina di città la repressione di Assad contro i suoi cittadini che chiedono libertà e democrazia. Secondo quanto raccolto da testimonianze anonime e non confermate scopo di questo esercito della "Siria libera" sarebbe quello di arrivare a controllare una fascia di terra al nord del paese dalla quale organizzare la rivolta armata anche coll'aiuto armato della comunità internazionale.
A oggi, l'esercito di disertori ucciderebbe solo per legittima difesa contro le brutalità delle armate del regime, ma un domani sicuramente si configurerebbe come i battaglioni agli ordini del CNT libico per suscitare l'intervento armato degli occidentali. In un momento delicatissimo dal punto di vista dei tradizionali assetti di stabilità mediorientali, tanto cari alle cancellerie europee dedite solo alla ricerca di contratti energetici "strategici", occorre rompere coi silenzi e le connivenze del passato e assumersi la responsabilità di sostenere coraggiosamente il cambiamento anche in Siria finanziando la nonviolenza come metodo di lotta per la libertà e i Diritti Umani.
Nei giorni in cui si verificano di nuovo attacchi telematici di "Anonymous" e "RevoluSec" ai siti del ministero della difesa siriano, occorre che si convochi una sessione ad hoc al Consiglio di Sicurezza dove, partendo dall'indurimento delle sanzioni economiche e politiche già adottate contro il regime di Assad, si passi al sostegno aperto - politico ed economico - alla lotta nonviolenta siriana per scongiurare la resistenza armata che se strutturata e rafforzata sarà sicuramente foriera, oltre che giustificatrice, di ulteriori uccisioni di massa. Le organizzazioni per i diritti umani che seguono la rivolta siriana ci dicono che in sei mesi sono state uccise oltre 2700 persone e decine di migliaia son ferite o scomparse, solo attraverso la nonviolenza si potrà sperare di avere un cambiamento radicale in Siria con ripercussioni positive e soprattutto strutturali e durature in tutta la regione, di questo deve discutere l'Onu."
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