Inquinamento del Basento: Elisabetta Zamparutti interroga i Ministri dell'Ambiente e della Salute

Val Basento
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
L’ennesima moria di pesci verificatasi in terra di Basilicata è ancora una volta la cronaca di un disastro ambientale annunciato. Annunciato di certo dai numerosi reportage che nel 2009 ebbi a realizzare nella val Basento dei veleni e di una bonifica che sembra non arrivare mai.
Il nome dell’azienda di Ferrandina, che da tempo inquina con i suoi scarichi industriali il più importante fiume della Basilicata, ahimè, era, è e resta tabù.
Nel 2009, quel nome provai a pronunciarlo e in poco tempo mi ritrovai a confrontarmi con una reazione violenta e scomposta. Ci fu anche un buontempone che, nascondendosi dietro la maschera dell’anonimato, ebbe ad augurarsi di poter partecipare al mio funerale.
A commento di un reportage dalla Val Basento scrissi: “Ci auguriamo che le immagini, più che le parole, possano produrre una reazione e una riflessione. La scarsa lungimiranza del ceto partitocratico lucano ha prodotto disastri e sperpero di denaro pubblico. A pochi chilometri in linea d’aria dallo stabilimento Mythen c’è l’area industriale della Felandina, con capannoni costruiti da anni e non utilizzati: un buco nero che ha inghiottito decine di milioni di euro. La peste lucana continua a mietere vittime, e un intero ceto dirigente, più che pensare alle bonifiche, pensa alle consulenze e ad arricchire il portafoglio clienti. Sono i disastri prodotti da un sistema di potere corrotto e corruttore. I veleni che inquinano le falde e i fiumi lucani, l’aria e la terra di Basilicata, si moltiplicano grazie all’assenza di legalità e stato di diritto. Le ecomafie, in un contesto degradato, trovano di certo terreno fertile per i loro affari”.
 
Speriamo solo che qualcuno non provi a raccontarci, tra qualche settimana, che i pesci del Basento si sono suicidati in massa per solidarizzare con quelli del Pertusillo.
 
Al Ministro della Salute
Al Ministro dell’Ambiente
Premesso che:
da notizie apparse su Il Quotidiano della Basilicata del 23 settembre, si apprende che la moria di pesci - carpe, carassi, cavedani, barbi, alborelle ed anguille – avvenuta la settimana scorsa è dovuta ad un massiccio sversamento di sostanze inquinanti sicuramente imputabili a scarichi industriali nel fiume Basento in un lungo tratto a cavallo fra i territori di Ferrandina e Pisticci;
sull’inquinamento dell’area vi sono anche l’inchiesta di M.Bolognetti sulla Val Basento e i suoi numerosi reportage pubblicati su www.fainotizia.it;
le analisi condotte dall'Arpab sui campioni prelevati sabato scorso confermerebbero la presenza eccesiva di sostanze chimiche e batteriologice alle quali, stando alla tipologia di inquinanti rinvenuti, sarebbe possibile risalire in relazione alle attività svolte da qualche opificio nella zona industriale di Ferrandina;
tuttavia per avere un quadro ancora più completo del grave episodio che ha fulminato praticamente tutte le specie ittiche presenti in quel tratto del principale fiume lucano, bisogna attendere gli esiti delle analisi sulle carni dei pesci prelevati a campione ed inviati alla sede materana dell'istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e per gli esami microbiologici, ed a quella foggiana del medesimo istituto, per gli esami chimico tossicologici;
il potenziale inquinante delle sostanze immesse nel fiume è stato notevole e letale tanto che, anche dalle analisi delle acque prelevate negli ulteriori rilievi di lunedì e martedì scorso, il Basento in quel tratto è risultato ancora inquinato e sembra da escludere, l'ipotesi dello sversamento da singola autobotte perché è troppo estesa l'entità dell'inquinamento, che occupa oltre due chilometri di fiume e, con tutta probabilità, capace di provocare delle alterazioni della qualità dell'acqua anche più a valle, nonostante la diluizione naturale abbia mitigato l'avvelenamento in maniera direttamente proporzionale alla distanza dal luogo di immissione degli scarichi chimici;
la documentazione, si legge nell’articolo, sarà trasmessa ai Carabinieri di Ferrandina ed al Corpo Forestale di Potenza, e la Procura di Matera deciderà se aprire una inchiesta;
si chiede di sapere:
di quali ulteriori informazioni dispongano i Ministri interrogati in merito ai fatti di cui in premesa
quali urgenti misure i Ministri interrogati intendono adottare a tutela della salute e dell’ambiente nella zona interessata all’inquinamento e per il ripristino di condizioni di legalità ambientale e sanitaria.
Elisabetta Zamparutti
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