Inceneritore Fenice, Bolognetti: aderisco alla manifestazione convocata dal Comitato diritto alla salute di Lavello

Termodistruttore Fenice, Lavello
 
Venerdì sarò fuori ai cancelli dell’inceneritore Fenice per sostenere le sacrosante richieste avanzate dal Comitato diritto alla Salute di Lavello. Dopo esposti, denunce e reiterate richieste di intervento, c’è da prendere atto che nulla è stato fatto per impedire che Fenice continuasse ad appestare le matrici ambientali del vulture-melfese. Della vicenda Fenice ho scritto fino alla nausea, scontrandomi con un muro di gomma. A nostro avviso, gravi sono le responsabilità degli organi deputati al controllo e di chi anziché far rispettare la legge si è preoccupato del dove e come si sarebbero potuti smaltire i rifiuti bruciati a San Nicola di Melfi.
Gioverà ricordare che nel gennaio del 2007, il sostituto procuratore Elisabetta Massini sequestrò l’inceneritore municipale di Terni per una vicenda di inquinamento e mancata tutela della salute pubblica che ricorda moltissimo quanto verificatosi in quel di Melfi. Purtroppo in Basilicata la magistratura ha inteso operare diversamente, tant’è che il sostituto procuratore di Melfi, Renato Arminio, nel settembre del 2009 ebbe a dichiarare che non aveva sequestrato l’inceneritore in quanto “persona responsabile”. Va altresì sottolineato che a tutt’oggi nessun provvedimento della magistratura è stato preso nei confronti di quei funzionari dell’Arpab che, tra il dicembre 2007 e il marzo 2009, hanno palesemente violato l’art. 244 del D.Lgs 152/2006 non comunicando agli enti interessati che era in corso un evento inquinante. Quanto la decisione della Procura di Melfi sia stata “responsabile”, lo si può evincere dal fatto che, a 24 mesi dalle dichiarazioni del dottor Arminio, Fenice continua impunemente ad inquinare. Avendo chiesto fin dal 2009 il sequestro dell’inceneritore, non posso che sottoscrivere la richiesta di blocco immediato avanzata dal Comitato diritto alla salute. Così come, ancora una volta, tocca sottolineare che è inaccettabile che da anni Fenice continui il suo esercizio in assenza dell’Autorizzazione integrata ambientale. Anziché giocare al gioco dello scarica barile e del cerino accesso, e continuare a lanciare gratuite e ridicole accuse di allarmismo, le istituzioni lucane la smettano di tentennare e prendano, sia pur con 4 anni di ritardo, l’unica decisione possibile: il blocco delle attività dell’inceneritore.
Ciascuno si assuma le responsabilità che gli competono: la Provincia ritiri l’autorizzazione provvisoria all’esercizio e la Regione respinga al mittente la richiesta di AIA. Si anteponga finalmente la salute dei cittadini del vulture-melfese e la difesa ambientale, alla tutela degli interessi dei signori della monnezza.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani

Approfondimenti


SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.