Commissione Europea condanna le discriminazioni italiane in materia di negato rilascio o rinnovo della patente di guida sulla base dell' orientamento sessuale delle persone. Richiesti chiarimenti all'Italia.

Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti:
"La Commissione Europea, rispondendo ad una interrogazione depositata dagli eurodeputati liberali Marietje Schaake, Gianni Vattimo e Sophia in 't Veld su sollecitazione dell'Associazione Radicale Certi Diritti, ha condannato senza mezzi termini le ripetute discriminazioni avvenute in Italia in merito ai dinieghi di concessione e rinnovo della patente a persone LGBT, ultima quella contro Cristian Friscina.
La Commissione Europea ha affermato che "in primo luogo, non vede come l'orientamento sessuale possa rientrare tra le categorie di disturbi menzionate" nelle direttive europee "e, in secondo luogo, non riesce a capire il collegamento tra l'orientamento sessuale e un'eventuale incapacità funzionale di guidare un veicolo. Inviterà pertanto le autorità italiane a chiarire la loro posizione sull'argomento".
Inoltre, si legge ancora nella risposta data agli eurodeputati, "la Commissione desidera ribadire il suo impegno deciso a contrastare l'omofobia e la discriminazione basata sulle tendenze sessuali avvalendosi appieno delle competenze conferitele in materia dai trattati. A tale proposito la Commissione ha spiegato che è sua priorità garantire che le norme dell’Unione si conformino totalmente alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nello specifico all'articolo 21 della stessa, che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sull’orientamento sessuale".
L'Associazione Radicale Certi Diritti ringrazia i Deputati europei firmatari dell'interrogazione e la Commissione Europea per la decisa presa di posizione e si augura che le autorità italiane vogliano finalmente smettere ogni discriminazioni contro le persone LGBT(E) sulla base del loro orientamento sessuale (spesso costrette a vivere simili umiliazioni senza poterle denunciare o rendere pubbliche), a fare ricorsi ai tribunali ed alle istituzioni nazionali ed europee per vedere i loro più elementari diritti rispettati.
Al seguente link il testo integrale della risposta della Commissione Europea:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=WQ&reference=E-2011-005015&language=IT
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