Siria, Perduca: L'Italia non blocchi sanzioni per egoistico tornaconto "economico" dei soliti noti

- per manifestare la propria formale contrarietà alla brutale repressione del regime di Assad il 2 agosto scorso l'Italia ha per prima coraggiosamente ritirato il proprio ambasciatore a Damasco;
- considerato che il 30 agosto gli USA hanno deciso di rafforzare le proprie sanzioni nei confronti del regime siriano allargandole anche ad altri alti rappresentanti della leadership e che tale decisione ha imposto ai paesi europei altrettante decisioni;
- il 95% del petrolio siriano viene comprato da paesi europei;
- che alla riunione di alto profilo del 31 agosto dei Ministri degli esteri in Polonia l'Italia si sarebbe opposta all'immediata entrata in vigore delle sanzioni ritenendo la fine di novembre come una data più appropriata per salvaguardare i contratti esistenti tra compagnie italiane e le controparti siriane Syria Petroleum Corporation e Sytrol;
- secondo le ultime stime di varie organizzazioni siriane dei diritti umani le vittime delle repressione del regime sarebbero ormai salite oltre le 3000 e che, malgrado l'unanime denuncia internazionale della violenza di Stato, Assad non intende affrontare in necessari cambiamenti di rotta per avviare un cammino sinceramente riformatore per il suo Paese;
- a quanto ammonti il deficit energetico colla Siria;
- a quanto ammonterebbero le perdite per le imprese italiane qualora dovessero essere imposte sanzioni che entrassero in effetto all'inizio di settembre piuttosto che alla fine di novembre;
- se il Governo non ritenga un prezzo troppo alto da pagare il rinviare fino alla fine dell'anno l'efficacia di una misura che, oltre che economica, è anche altamente politica di isolamento di un regime sanguinario che, secondo le maggiori organizzazioni internazionali, si sarebbe macchiato di crimini contro l'umanità;
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