Libia, Turco e Comellini: missile contro nave italiana smentisce propaganda sulla fine di Gheddafi

"Sono semplicemente scandalose le parole del Ministro della difesa in merito alla caduta in mare di un missile libico a circa 2 chilometri dalla fregata Bersagliere.
Chi afferma di non doversi preoccupare di quanto accaduto questa mattina o è un irresponsabile o dimostra di non aver compreso che quella che stanno affrontando le Forze armate italiane non è una partita di Risiko.
L'accaduto, comunque, dimostra che le forze fedeli a Gheddafi sono ancora attive e ben armate e quindi tutta la propaganda che La Russa e Frattini hanno fatto sulla presunta fine del colonnello e sulla distruzione di tutti i suoi sistemi di difesa e attacco solo "aria fritta".
Adesso La Russa riferisca al Parlamento e ammetta che la sua più totale incompetenza sulle questioni militari ha portato l'Italia a dover affrontare una guerra di cui non conosce i motivi e, soprattutto, le conseguenze.
Nel frattrempo noi ci domandiamo se per caso quello lanciato oggi contro la nave italiana non sia uno dei missili facenti parte di quell'ingente carico di armi che lo scorso maggio fu trasferito a bordo di due normali navi passeggeri dalla Sardegna a Civitavecchia, e poi lì misteriosamente scomparso, ricordando che stranamente sulla vicenda è stato recentemente posto il segreto di Stato.
Lo dichiarano il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, e Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm)
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