Sull'accordo EXPO
L'accordo che siamo chiamati a votare oggi ci è stato presentato come una scelta obbligata, in assenza della quale la stessa tenuta di Expo sarebbe stata messa in discussione.
Questo accordo non fornisce le necessarie garanzie al rispetto del mandato popolare espresso al 95% con il voto del 12 e 13 giugno sulla conservazione del Parco agroalimentare nella sua estensione originariamente prevista. Sarebbe stato dunque più semplice, per me, votare contro questo accordo, magari nella comoda consapevolezza che sarebbe comunque passato.
Mi assumo invece la responsabilità di esprimere, con un voto favorevole come Gruppo Radicale-federalista europeo, un atto di fiducia nei confronti dell'Amministrazione, visto l'impegno pubblicamente assunto per il rispetto dell'esito referendario. E' un atto di fiducia che spero possa contribuire a dare più forza all'amministrazione per mantenere questo impegno. Perché di “forza” c'è bisogno, non tanto per chiudere l'”era Moratti”, quanto per evitare che divenga ancor più eterna l'”era Formigoni” e della subalternità nei suoi confronti che troppo spesso in questi anni la sinistra lombarda a manifestato.
La forza dell'opinione pubblica e referendaria serve per garantire la sostenibilità ambientale dell'evento, sul piano della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, del sistema delle acque e della connessione con i Navigli, e affinché sia conservato, dopo l'Expo, un grande Parco agroalimentare, che si estenda sull'intera area Expo, ad esclusione delle funzioni pubbliche e sociali, come espresso nei punti della mozione che abbiamo sottoscritto.
Dichiarazione di voto di Marco Cappato, a nome del Gruppo Radicale-Federalista europeo
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