Bolognetti: Basta con le lezioni di etica propinateci da farisei e sepolcri imbiancati

Sen. Felice Belisario (Idv)

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani

Il buon Giolitti amava ripetere che in Italia la legge si interpreta per gli amici e si applica per i nemici. Provando a trasporre questa affermazione al campo dell’etica, si potrebbe parafrasare il motto giolittiano dicendo che per certi esponenti dell’IDV e della sinistra lucana “l’etica” si interpreta per gli amici e si applica per i nemici. Tradotto: ci sono in giro farisei e sepolcri imbiancati che parlano di questione morale riferendosi alla propria coalizione o all’opposizione, ma che non esitano, dal piedistallo di una presunta integrità, a lottizzare anche i sottoscala delle Asl e a raccogliere le briciole e gli ossicini che cadono dalla tavola imbandita della spartizione partitocratica. Prendiamo un campione della legalità e della trasparenza come il Senatore Belisario, che sulla vicenda De Magistris ha costruito le fortune del suo partito. Ebbene, Belisario da mesi fa finta di non vedere che i suoi uomini all’Alsia non danno seguito ad una consulenza che darebbe diritto all’Ente regionale di chiedere la restituzione di terreni alla Marinagri Spa per un valore stimato di circa 50 milioni di euro. Che sia questo uno degli scheletri nell’armadio di cui parla il senatur? Lo scaltro capogruppo del PD in Regione, Vincenzo Viti, scafato uomo politico da prima repubblica e da tempi supplementari della stessa, conoscendo profondamente l’uomo Belisario lo ha invitato a mangiare assieme una metaforica pizza. E siatene pur certi, l’ottimo Felice la pizza la mangerà, magari dopo aver agitato ancora un po’ la clava della questione morale in quello che a volte appare solo uno stucchevole gioco delle parti.
La verità è che la vicenda degli interinali assunti dalla regione Basilicata è emblematica di un ceto partitocratico arrogante e prevaricatore, che si riempie la bocca parlando di codici etici, che ovviamente vengono applicati in base alle regole del diritto canonico.
Il contesto in cui viviamo è ormai tanto degradato che si è arrivati a lottizzare perfino forme di lavoro precario. Il clima è da “si salvi chi può”, e ciascuno incassa le royalties e i dividendi diventando un piccolo privilegiato agli occhi di coloro che non sanno dove sbattere la testa per sbarcare il lunario. Naturalmente, questi valvassori e valvassini non si sono accorti, e forse mai si accorgeranno, del dramma vissuto da milioni di precari e parasubordinati, che si concretizza nella vicenda che abbiamo definito dei contributi silenti.
Che tristezza dover constatare che stiamo precipitando sempre più in un clima da basso impero romano, dove la politica muore e prevale lo scontro tra bande e cosche, o se volete tra corleonesi e palermitani. E come in tutti gli scontri cruenti anche questo lascerà qualche vittima sull’asfalto di un paese dove alla Costituzione scritta si è sostituita da tempo la Costituzione materiale. C’è solo da capire chi assumerà il ruolo dei corleonesi e chi quello dei palermitani.

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