Probabilmente il Presidente Schifani convocherà a breve il preannunciato convegno sulla proposta radicale di grande riforma della giustizia e della sua appendice carceraria. Sulla riforma elettorale/statuale tutto il regime, ma proprio tutto, è in gara per inserire il virus della peste partitocratica italiana: proporzionale… e stiano attenti a non finire sanzionati e bacchettati dalla giustizia europea, come la Bulgaria.
Dichiarazione di Marco Pannella delle quali discuterà anche dalle ore 17 alle 19 su Radio Radicale con Massimo Bordin
1) Molto probabilmente già domani lunedì il Presidente del Senato Renato Schifani – con il quale abbiamo l’onore e il compito di star collaborando in proposito – procederà a convocare per data molto ravvicinata il grande convegno dove finalmente si potranno conoscere e valutare ragioni, modalità, mezzi, obiettivi della proposta di Grande Riforma istituzionale e sociale della Giustizia (con la sua tragica appendice penitenziaria) che da decenni il Partito Radicale avanza, oggi ancora di forte, sempre più evidente attualità, urgenza, necessità e sostegno di opinione pubblica.
2) Domani sarò ricevuto dal Presidente della Repubblica al quale riferirò anche lo stato attuale, caratterizzato anche dal profondo e ampio connotato nonviolento della lotta per affrontare e risolvere il più grave problema istituzionale e sociale italiano, nell’ambito causale della crisi democratica e dello Stato di Diritto che, con l’attuale Regime, la Repubblica, le sue istituzioni e il suo popolo soffrono e subiscono.
3) Quanto al “dibattito” (tra virgolette!) politico e i suoi “temi” (sic!) vorrei fare solo un esempio dell’inimmaginabile distanza con la realtà cogente della legalità costituzionale nazionale, europea, internazionale nella quale siamo sommersi. La “monnezza” napoletana può rappresentarne la da noi pubblicamente, ossessivamente, prevista, preannunciata, scongiurata metafora della realtà della Repubblica.
Si ignora (e probabilmente non è solamente che lo si mostri) che la giurisdizione europea ha, da non molto, gravemente sanzionato la Bulgaria per non avere lasciato trascorrere “almeno un anno” fra una riforma della legge elettorale e la convocazione delle successive elezioni.
Il che comporta che, se entro la primavera 2012 procederemo rebus sic stantibus senza avere di già sepolto l’attuale “porcellum”, è con questo “strumento” che dovremmo eleggere il “nuovo governo” di Regime, più o meno di “unità nazionale”. Per inciso, mi permetto di ridefinire questa formula essere proprio quella appassionatamente auspicata e avviata da Aldo Moro, i cui autori dell’epoca (come i loro eredi di oggi) dopo poche settimane Aldo Moro dovette con tragico, nobilissimo dolore letteralmente maledire.
4) A proposito della riforma elettorale/statuale che da più di cinquant’anni, con l’ispirazione e la guida delle inutilmente proposte e volute dagli Sturzo e Salvemini, dagli Azionisti e dal Partito Radicale, quella quindi di stampo “anglosassone” o “americano” o anche “francese” stiamo proponendo: dal sessantennale Regime attuale in tutte le sue componenti, ormai possiamo definire di carattere pressoché antropologico, stanno in questi momenti eruttando a go-go “proposte”, controriforme, tutte con un solo dogma: inserire in qualsiasi riforma una legge elettorale con incluso il virus della peste italo-proporzionale!
Eppure la scelta maggioritaria uninominale era già stata fatta propria nel 1994 da quella discesa in campo berlusconiana antipartitocratica, liberale cui dovette la vittoria elettorale e politica (in questi giorni in modo così emozionato, rievocata dall’ereditario Angelino Alfano); poi solennemente e pubblicamente assunto ancora da Silvio Berlusconi alla vigilia delle elezioni del 1996 per la successiva legislatura (1996-2001). Più o meno come il Partito Democratico ha quantomeno creduto di avere approvato alla sua Assemblea/Congresso quel “uninominale maggioritario doppio turno alla francese”, anche se – a ben leggere – poi dagli operatori di quel “laboratorio” finiva per inserire continuamente il virus pestilenziale proporzionale. Esattamente d’altra parte quello che accadde nel 1993 quando, con risposta referendaria inequivoca del popolo italiano in senso esclusivamente uninominale maggioritario, si giunse poi da parte del Parlamento italiano ad approvare proprio quell’OGM proporzionalistico del quale oggi sono laudatores i promotori di uno dei due attuali grandi bidoni “referendari” piddisti…
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