Inceneritore Fenice: l'assessore Mancusi e l'insostenibile leggerezza dell'essere

Inceneritore Fenice

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani:

Cosa invidio ad Agatino Mancusi?! Diamine, la leggerezza con cui affronta i temi ambientali e la sua capacità di trasformare il dramma in farsa.

Mancusi è l’esatto opposto dello shakespeariano Amleto, e tra l’essere e il non essere ha di certo optato per il non essere.

Dal suo bunker di via Verrastro, l’assessore definisce L’Autorizzazione integrata ambientale uno “strumento innovativo”.

Innovativo?! Viene da sorridere e da chiedersi se l’assessore all’ambiente sia al corrente del fatto che con il D.LGS n.59/2005 la Repubblica Italiana recepiva la direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. 

L’articolo 2, comma secondo, del sopracitato decreto recita: “Il presente decreto disciplina il rilascio, il rinnovo e il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui all’allegato I, nonché le modalità di esercizio degli impianti medesimi, ai fini del rispetto dell’autorizzazione integrata ambientale”.

Insomma, l’AIA non è, come sembra credere l’assessore, uno “strumento innovativo”.

E se è pur vero che l’art. 18 del D.LGS 59 stabiliva che il rilascio dell’AIA dovesse intervenire entro il 30 ottobre 2007 e che con il Decreto legge 180/2007 veniva stabilita un’ulteriore proroga al 31 marzo 2008, è altrettanto vero che l’inceneritore Fenice da anni opera in assenza di AIA. Verrebbe da dire volutamente in assenza di un’autorizzazione integrata ambientale, altrimenti come avrebbero potuto continuare ad inquinare per anni?!

Non a caso, il 14 ottobre del 2010, con la determina dirigenziale 3065, la Provincia di Potenza rinnova l’autorizzazione all’esercizio dell’inceneritore Fenice per anni 10 e “comunque fino al rilascio dell’AIA da parte della Regione Basilicata.”

Come si può vedere quella di Fenice è una storia molto italiana.

Peccato, però, che la Corte di Giustizia Europea, il 31 marzo del 2011, abbia deciso di condannare per l’ennesima volta l’Italia per violazione della direttiva 2008/1/CE sulla “prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento”, recepita dal nostro paese con il D.LGS 128/2010.

A farci guadagnare la condanna, proprio la furbata realizzata con il Decreto Legge 180.

 E’ interessante notare che nella determina dirigenziale 7502, emanata dal Dipartimento governato dal non amletico Mancusi, si legge “che tra le 5 autorità regionali competenti che non hanno ottemperato agli obblighi di cui all’art. 5 della direttiva 15 gennaio 2008, 2008/1/CE, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento rientra la Regione Basilicata.”

Eccolo lo “strumento innovativo” di cui parla Mancusi.

Cosa altro aggiungere, se non interrogarsi sul perché le ceneri volanti(codice CER 190113) prodotte dall’inceneritore Fenice, dal mese di ottobre 2009 vengono conferite presso l’impianto di trattamento Systema Ambiente S.r.L. di Brescia.

A questa domanda potrebbe forse rispondere un qualche magistrato o qualche inquirente, magari quel procuratore Arminio che ebbe a dire che per senso di responsabilità non poteva sequestrare l’impianto. Noi ci limitiamo a constatare che le ceneri volanti sono sostanze altamente tossiche e pericolose e che l’inquinamento prodotto dalla Edf va fatto risalire almeno al dicembre 2007. Sul pregresso, per le note ragioni, non abbiamo elementi di valutazione.

Caro Agatino, per favore, non aggiungiamo la beffa al danno. Un po’ di rispetto per gli inquinati e intossicati cittadini del vulture-melfese.

Approfondimenti

Le Ceneri volanti

Il Caso Fenice

© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.