La resistibile ascesa di "Arturo" Belisario

Giustizia, il martello dell'aula giudiziaria

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani:

Dici Belisario e pensi a quella frase cara a Marco Pannella: Il kamasutra partitocratico. Quello delle prese di posizione e dei tatticismi, delle parole a cui non seguono i fatti, dei ricatti incrociati e dei protettori e protettorati della politica locale e nazionale. Solo poche settimane fa, Belisario era in prima fila a benedire con la sua presenza il memorandum petrolifero sottoscritto a Potenza, onorando il suo ruolo di nume tutelare della politica regionale. Poi, il senatore ha fiutato l’aria e ha deciso di assumere una veste un tantinello più movimentista. Et voilà! Ecco il Belisario trasformer: non più l’uomo che negli studi di Porta a Porta strizza l’occhio a Romani, ma quasi un black block pronto a tirare pietre e ad agitare la clava della “questione morale”. Da buon Gattopardo, Belisario si candida alla guida del nuovo che avanza, a leader di movimenti e comitati. Poco importa se nel nuovo di Belisario non vive nessuna alternativa, ma mera alternanza di regime e nel regime.

I campioni della legalità a corrente alternata chiudono gli occhi di fronte a quanto denunciato dai Radicali sulla crisi della Giustizia e non vedono, o meglio preferiscono non vedere, che in Italia un’amnistia c’è già, ed è l’amnistia clandestina e di classe chiamata prescrizione. Non vedono perché il loro ruolo, anche in questo caso, è quello di protettori non della legalità, del diritto, dei diritti, ma di interessi corporativi. 

Li si potrebbe definire il partito di lotta, di governo e di cerchiobottismo: la peggiore espressione della partitocrazia e del sessantennio partitocratico. Specializzati nelle prese di posizione e nelle markette ad uso e consumo di quelli che pensano all’IDV come ad un’alternativa. Il Belisario trasformer a Roma incassa la nomina nel Copasir dalemiano e in Basilicata denuncia la questione morale. E mentre in Provincia l’assessore IDV Macchia concede all’inceneritore Fenice l’autorizzazione provvisoria all’esercizio, il Senatore appare a Lavello come la madonna di Fatima per chiederne la chiusura. Davvero straordinario! Un camaleonte della politica! All’Alsia incassano la nomina di un loro uomo ed evitano di chiedere la restituzione alla Marinagri Spa di terreni che valgono milioni di euro, e poi si ergono a moralizzatori della vita pubblica.

Battono i pugni sul tavolo per una poltrona all’Agrobios o in qualche altro carrozzone regionale, e poi fanno i coccodrilli invocando autocritica. L’attuale presa di posizione del Belisario nazionale, la tradurrei così: attenti cari alleati, se non avremo quello che chiediamo e quello che ci spetta torneremo a cavalcare la questione morale. E poco importa se l’Idv i numeri per fare la morale agli altri non li ha…..tanto ci sarà sempre qualcuno disponibile a fare da sponda all’Italia dei valori immobiliari.  

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