dal sito "Via dal vento"
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Quando a partire dalla fine del 2002 ho iniziato ad occuparmi dell’affaire eolico in Basilicata, la prima accusa che mi è stata mossa è stata quella di essere un amico dei petrolieri. :-)
Poi, nel 2004, con Carlo Ripa di Meana e il Comitato nazionale del paesaggio ebbi modo di denunciare altre amicizie, come quella tra un’importante organizzazione ambientalista e una altrettanto importante società che in Basilicata si occupa di eolico. Colpo su colpo, per anni, ho contrastato non le energie rinnovabili, ma la mera speculazione che, come previsto, si è innestata nel settore delle rinnovabili anche grazie ai fin troppo generosi incentivi concessi in Italia. Per anni ho ripetuto incessantemente che occorreva valutare con attenzione il rapporto costi-benefici e che non eravamo disposti a tollerare la palificazione dell’intero appenino lucano con torri di 100 metri installate a ridosso di parchi e zone sic e zps. Come abbiamo ripetutamente sottolineato con Elisabetta Zamparutti, la Basilicata è stata particolarmente generosa con l’Anev e dintorni, basti pensare che il Piear(Piano energetico regionale) prevede una potenza eolica installabile di oltre 1500 MW!!! Italia Nostra e Comitato Nazionale del Paesaggio affermano che occorre definire una strategia energetica nazionale che ci accompagni fino al 2020 e che assicuri più fondi per la ricerca e l’innovazione tecnologica e dia assoluto rilievo, oltre alla crescita dell’energia rinnovabile, anche al risparmio e all’efficienza energetica, da conseguire attraverso la bioedilizia e l’inizio di una politica di ricostruzione/rottamazione edilizia del patrimonio immobiliare post-bellico privo di qualità e di criteri antisismici. Oggi, sul fronte delle rinnovabili stiamo assistendo ad una delle più gigantesche speculazioni della storia di questo paese, con investimenti scarsamente produttivi in termini di energia prodotta, ma altamente remunerativi per le lobby che stanno devastando aree di inestimabile valore paesaggistico e ambientale. Per comprendere cosa stia avvenendo nel nostro paese sul fronte dell’eolico industriale, basterebbe citare le valutazioni della Wind Power Barometer e cioè l’osservatorio di settore della Comunità europea, che afferma che l’Italia vanta la terza potenza eolica installata, ma è solo settima per produzione totale. Insomma, come abbiamo più volte denunciato, per questioni legate alla scarsa ventosità, una pala eolica in Italia produce in media circa la metà di quanto produrrebbe se installata in Irlanda o in Portogallo. A favorire l’assalto speculativo, teso a lucrare sul meccanismo dei certificati verdi, il fatto che in Italia l’incentivo rende conveniente l’installazione di torri anche in siti che in altre parti d’Europa nemmeno verrebbero presi in considerazione. La Ola sottolinea che in Basilicata(io aggiungo: e non solo) stiamo rischiando un investimento a perdere, perché non vi è nessuna certezza che l’Enel acquisti i MW prodotti dall’eolico lucano dal momento che il sistema di conduzione e trasmissione di energia elettrica non consente il reale utilizzo della produzione eolica, perché la stessa è priva di reti di accumulo. L’energia prodotta, essendo intermittente, dovrà per forza di cose essere rimodulata e immessa immediatamente nella rete elettrica. Alla luce di tutto questo, appare veramente folle la decisione di eleggere Muro Lucano a capitale dell’eolico made in Basilicata in cambio di presunte royalty, presunti acquisti e di una certa devastazione di aree di altissimo pregio paesaggistico e naturalistico. Occorre programmare l’uscita dall’eolico industriale e puntare su una riconversione dei relativi incentivi a vantaggio delle fonti rinnovabili di energia sviluppate in forme di autogenerazione diffusa e della ricerca. Occorre favorire l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici a partire da uffici, scuole, depositi, capannoni, fabbriche, ecc. Come sostenuto da numerose associazioni, e tra queste il Comitato Nazionale del Paesaggio, l’attuale concentrazione degli incentivi sulle sole rinnovabili elettriche sta dando risultati marginali e deludenti e impedisce al nostro Paese d’imboccare con decisione la strada innovativa, efficace e consona alle proprie caratteristiche: quella delle rinnovabili termiche, di quelle elettriche correttamente integrate negli edifici, delle tecnologie dell’efficienza energetica, degli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare. Il contributo effettivo dell’eolico ai consumi finali di energia è stato nel 2009 dello 0,38%. Con 12000 MW(di questi ben 1500 in Basilicata) installati, al 2020 si prevede una produzione di elettricità pari ad appena l’1,2% dei consumi finali di energia. La domanda è: a quale prezzo? Esprimiamo il nostro secco no all’assalto speculativo in atto che avevamo previsto e denunciato a partire dal non lontano 2002.
Approfondimenti
Quotidiano della Basilicata
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati