Immigrazione: a seguito incendio, Senatori Radicali presentano interrogazione urgente su fatti CIE S.M. Capua V con Carloni e Chiaromonte

Immigrati che digiunarono per il permesso di soggiorno

Dichiarazione dei senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti:

"All'alba di oggi siamo stati raggiunti dalla notizia di un incendio al Centro di identificazione ed espulsione di Santa Maria Capua Vetere a seguito del quale ci sarebbero stati scontri tra i 96 tunisini "trattenuti" da quasi 50 giotni e le forze dell'ordine.

Secondo il Prefetto di Caserta ci sono molti feriti tra gli agenti quindi è ragionevole ipotizzare che altrettanto caratterizzi i migranti". Nelle settimane scorse Marco Perduca e la senatrice del Pd Anna Maria Carloni avevano ripetutamente visitato il Cie sostenendone la chiusura per il trattamento "disumano e degradante" riservato ai presenti per via della natura della struttura - una tendopoli trasformata in CIE in una notte - e chiedendone in più occasioni la chiusura. In un dibattoti organizzato a Napoli lunedì 6 Perduca e Carloni erano tornati a denunciare anche "le critiche condizioni igienico-sanitarie del campo nonché il forte stress che pervade 96 persone costrette a vivere in gabbia, sotto tende, dormendo per terra e senza neanche un tavolo o una sedia per mangiare. Questo stress ha portato agli atti sconsiderati di ieri sera".

Più volte per insistenza della senatrice Carloni era stata richiesta la presenza del Ministro Maroni in aula per chiarire quale sarebbe stato il futuro dei tunisini arrivati in Italia dopo il 5 di aprile scorso. Il calendario delle prossime ore non prevede informative da parte del Ministro degli Interni né al Senato né alla Camera. I senatori Radicali Perduca e Poretti e le senatrici del Pd Carloni e Chiaromonte hanno presentato oggi un'interrogazione urgente a Maroni (segue il testo).

In fondo trovato il video dell'incendio. 

Interrogazione urgente a risposta orale al Minstro degli Interni

dei senatori Perduca, Poretti, Carloni e Chiaromonte

Premesso che:

dal 21 di aprile scorso la tendopoli Centro Accoglienza Immigrati (CIA) allestita presso la ex caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere è stata trasformata in Centro di identificazione ed espulsione (CIE). Tale cambiamento ha quindi generato timori nei presenti che hanno tentato la fuga scontrandosi colla resistenza delle forze dell'ordine che hanno avuto come risultato feriti da ambo le parti e il danneggiamento di parte delle strutture che non sono mai state sostituite (letti, tavoli e sedie) per motivi di "sicurezza" e che tale privazione ha ulteriormente aggravato la qualità del trattenimento dei quasi 100 tunisini presenti.

considerato che:

a seguito di tale mutamento della natura della struttura anche lo status giuridico dei presenti ha subito una radicale modifica innescando una serie di complicati e incerti iter legali per poter consentire ai presenti di poter fare richiesta di protezione da parte della Repubblica italiana;

altresì che comunque i presenti avevano espresso il desiderio di poter godere del trattemento riservato a chi li aveva di poco preceduti e ai quali era stato concesso un permesso di soggiorno temporaneo anche al fine di poter viaggiare regolarmente all'interno dell'area Schengen;

considerato che seppur con grave ritardo, tutti i presenti hanno potuto presentare alla commissione territoriale il proprio caso e fare richiesta di protezione. Solo a una persona è stata riconosciuta la possibiltà di potersi avvalere della protezione sussidiaria;

considerato che erano in preparazione una lunga serie di ricorsi sia alla Commissione territoriale, al TAR della regione Sicilia, al Tribunale di Palermo e alla Corte europea di Strasburgo che si scontravano colla totale incertezza delle competenze giurisdizionali e interpretazione normativa;

considerato che tale incertezza ha aggravato la tenuta psico-fisica dei presenti nel CIE che recentemente aveva portato ad atti di autolesionismo testimoniati anche dagli interroganti;

Considerato che intorno alle ore 3 dell'8 giugno secondo testimonianze indirette sarebbe scoppiato un incendio all'interno del CIE e che a seguito dell'intervento delle forze dell'ordine vi sono stati scontri che hanno provocato feriti in ambo i campi.

Si chiede di conoscere nel dettaglio la situazione clinica dei presenti al fine di poter verificare l'assistenza psico-fisica fornita a che vive in stato di grande stress;

Il numero dei feriti e la tipologia di tale ferite;

Se esistano documentazioni fotografiche dell'incendio e degli scontri

Se, in caso contrario, codesto Ministero non ritenga utile richiedere la collaborazione tecnica dell'adiacente complesso carcerario militare dotato di telecamere perimetrali al fine di accertare la natura dell'accaduto;

Infine si chiede si sapere quali saranno gli eventuali provvedimenti disciplinari nei contronti di tutti I presenti;

Se, anche alla luce degli atti frutto dell'esasperazione che hanno piu' volte caratterizzato la vita nei CIE ex-CAI, codesto Ministero non ritenga di passare alla chiusura di tali strutture concedendo permessi di soggiorno temporanei oppure ridistribuendo in strutture piu' degne Ie centinaia di tunisini arrivate dopo il 5 di aprile che, per poche ore, hanno subito un trattamento aribrariamente diverso rispetto a quello degli altri.



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