Dello sciopero della fame dei detenuti del carcere di Matera e dell'art 27 della "Costituzione più bella del mondo"

Carcere

 

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
 
Apprendo dello sciopero della fame dei detenuti del carcere di Matera e penso a tutte le volte che siamo stati in quel luogo di pena(mai definizione fu più appropriata) per stringerci attorno alla “comunità penitenziaria”, ai detenuti e agli agenti di custodia, a tutti coloro che con spirito di abnegazione lavorano per non far affondare definitivamente il pianeta carcere.
 
Marco Pannella digiuna dal 20 aprile,
 
“perché l'Italia tornia poter essere in qualche misura considerata una democrazia, ma soprattutto per lasituazione disumanadelle carceri italiane. E proprio dalle carceri arriva il segnale di reazione più forte a questa nuova lotta nonviolenta: detenuti e familiari, ma anche agenti di custodia e direttori degli istituti di detenzione, a centinaia in tutta la penisola, hanno iniziatoa loro volta scioperi della fame, perché finalmente si trovi via d'uscita ad una situazione divenuta insostenibile. Non solo messaggi di solidarietà, ma adesioni concrete e condivisione di un metodo. Obiettivo comune e dichiarato è che venga finalmente varato un provvedimento di amnistia, che nel nostro paese manca da oltre 20 anni, unica strada percorribile per un sistemada tempo al collasso, sovraccarico al 150% della propria capacità massima”.
 
 
Nella mozione approvata dall’ultimo congresso di Radicali Italiani affermavamo l’urgenza “di interrompere le vere e proprie torture che subiscono quotidianamente detenuti e agenti penitenziari”.
 
Marco Pannella, il vieto e vietato Pannella, da tempo va affermando, riferendosi alle carceri di questo paese, che non è disposto “a tollerare quello che appare oggi come un consistente e allarmante nucleo di nuova Shoah”. E’ la peste italiana, la stella gialla radicale, il monito di un uomo che emette silenzio mentre i rumori di fondo dell’antidemocrazia e dell’illegalità si fanno sempre più forti. Noi siamo con i nonviolenti che digiunano a Matera e a Catania, a Bologna e a Rebibbia. Noi affermiamo che nel sessantennio partitocratico di metamorfosi del male, l’art. 27 della Costituzione “più bella del mondo” è stato tradito e vilipeso, e le italiche galere sono inferni dimenticati e da far dimenticare.
 
 
"Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Art. 27 della Costituzione

 
“La censura e la rimozione altrui fanno sì che anche per te la tua immagiene si allontani dalla tua identità vera, e questo è terribile.” Marco Pannella - da Notizie Radicali gennaio 1993

 

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